Kena: Bridge of Spirits non è solo “palline nere pelose” – Mini recensione

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Tanto tempo fa durante il The Future Game Show del 11 Giugno 2020 venne annunciato un gioco che, appena mi passò davanti agli occhi, non potei fare a meno di urlare “Palline nere pelose!” nella live che stavamo facendo.

Il gioco in questione era Kena: Bridge of Spirits ed era da anni che non mi veniva voglia di giocare a qualcosa solo vedendolo per la prima volta e così il 21 settembre 2021, senza troppi ripensamenti l’ho comprato e non me ne sono affatto pentita.

Kena è una guida spirituale (a volte erroneamente tradotta in “spirito guida” nei sottotitoli) e il suo compito è aiutare le anime tormentate e perse a trovare la pace e a passare oltre, andare avanti. La giovane guida spirituale si ritroverà a dover aiutare un intero villaggio, preda della corruzione e pieno di anime in pena, per giungere nel Santuario della Montagna.

Un action dai tratti semplici

È un semplice action e non ha un sistema di combattimento complesso. Non ci sono vere e proprie combo, al massimo puoi sbloccare delle abilità che ti permetteranno, per esempio, attacchi in corsa o in salto. Poi, ci sono anche le abilità con i Rot che sono, alla fin fine, dei potenziamenti agli attacchi che ci sono di base.

Una particolarità di questi ultimi è dipesa dai Rot ovvero, durante i combattimenti i piccoli saranno spaventati e si andranno a nascondere, il solo modo che si ha per poter sbloccare queste abilità è raccogliere il “coraggio” che aumenterà sia colpendo i nemici che raccogliendo delle sfere una volta sconfitti o danneggiati.

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I combattimenti non sono troppo ardui contro i nemici standard, magari sono fastidiosi ma, attaccando e schivando senza essere troppo avidi, si buttano giù facilmente, il vero “problema” sono i boss. Potrei parlarvi ore di quanto tempo ho perso contro alcuni di loro perché se non si conoscono i loro movimenti, punti deboli e gli attacchi, saranno loro ad avere la meglio e non il contrario.

Ce ne sono alcuni per esempio che sono più problematici, ma non per un problema di bilanciamento o difficoltà in sé, ma relativo ad alcuni attacchi specifici che “agganciano” Kena fino a (quasi) rompere l’animazione d’attacco, non sarà difficile notare il Guardiano di Pietra ruotare su se stesso mentre esegue l’animazione del lancio di un masso od un cambio di direzione anomalo durante un suo attacco in aria — i giocatori di Dark Souls, potrebbero ben comprendere di cosa si sta parlando!

Ma in ogni caso, i boss sono comunque molto punitivi, fanno decisamente male quando colpiscono anche alla difficoltà media.

Uno degli aspetti interessanti dell’esplorazione è la totale assenza di caricamenti degli scenari, grazie ad alcuni compromessi, ad esempio la linearità. Difatti, grazie a questo piccolo ed astuto escamotage, si ha a disposizione una vastissima mappa, ma condensata in corridoi che, di fatto, non necessitano di caricamenti. Inoltre, ogni macro-area, è collegata al Villaggio, che fa da “spartiacque”.

L’esplorazione è ideata, fondamentalmente, in due modi: la prima è quella classica, ovvero l’esplorazione “orizzontale”, dove non si fa altro che scorrazzare qui e là, cercando anche i nascondigli dei piccoli Rot; la seconda è quella verticale, dove il gioco assume una forma quasi “platform”, con tanto di piccoli enigmi puzzle per avanzare oltre. Non mancano alcuni sentieri, zone, nascoste dove trovare qualche cappellino speciale od un qualche Rot ben nascosto.

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I cappelli sopra citati sono un buon modo per personalizzare le piccole pallette di pelo che altrimenti sarebbero tutte uguali. Esplorando ne accumuleremo un bel po’ e tramite il carretto, presente in più zone, sarà possibile acquistarne anche più di uno, quando possibile e solo una volta che li si ha trovati o sbloccati in seguito ad un evento, e potremo farli indossare ai nostri compagni di viaggio. Il prezzo varierà da cappello a cappello e sono acquistabili con le gemme azzurre che troveremo in giro per la mappa durante le esplorazioni.

Come un film Pixar, ma giocabile

Che dire, graficamente Kena rende più di molti altri giochi, sembra quasi di giocare un cartone animato Disney Pixar grazie alle sequenze video che sono sempre belle da vedere e le animazioni, in linea generale, sono buone anche se non si può dire lo stesso delle palline nere che ci seguono perché si incastrano e glitchano ovunque ma, poco male. 

Il doppiaggio onestamente è ottimo e non fa sentire la mancanza della lingua italiana nei dialoghi, che certo sarebbe stata gradita ma non la trovo sempre necessaria se quella di base è buona come in questo caso. Nulla da dire sulle musiche,che sono molto azzeccate e non risultano ridondanti e fastidiose, come in altri giochi dove a furia di averle in sottofondo ti danno quasi la nausea.

Concludendo

Kena è stato un po’ “amore a prima vista” ma comunque sono partita senza troppe aspettative così da non rimanere delusa e invece, le ha superate di molto non facendomi pentire assolutamente di averlo comprato al day one. Il primo giorno mi aspettavo bug di ogni sorta ma, niente Kena è stato semplicemente perfetto (a parte alcuni problemi sopracitati) e ancora oggi penso che siano stati soldi ben spesi.

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Spero molto in un seguito e mi auguro sia migliore di questo che di per se era già ottimo, la sua unica pecca sono stati gli aggiornamenti che personalmente, mi hanno appesantito il gioco rendendolo poco performante e “scattoso” cosa che non era mai successa.

Nonostante questo però Kena e le piccole palline pelosette hanno un posto tra i miei giochi preferiti.

Consigliato

Pregi

  • Grafica e storia più che buone
  • Bilanciamento ben fatto 
  • Doppiaggio e Sonoro ottimi

Difetti

  • Tracking di alcuni boss troppo eccessivo
  • Problemi con successivi aggiornamenti

Barbara

Non c'ho voglia.

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