Battlefield 2042: sulla carta estremamente interessante, ma deludente nella pratica — Recensione versione PC

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Negli ultimi anni DICE è stato uno studio che ha collezionato una sequela di titoli che, in sostanza, non sono riusciti a raggiungere quel valore qualitativo del sempre più lontano Battlefield 3, uscito ormai 10 anni fa. Difatti, dopo i rispettivi seguiti della serie fino al fallimentare Star Wars: Battlefront II, sembra che lo studio sia in caduta libera. Battlefield 2042 non solo ha lo scopo di far “risorgere” lo studio, ma anche la serie, ponendosi come il titolo più ambizioso e vasto di sempre. Peccato che, almeno fino ad ora, il titolo sia costellato da un’ingente quantità di bug affiancati ad un’ottimizzazione che lascia un po’ perplessi, per non parlare dell’assenza di alcune funzioni.

Non è un caso se nel progetto, oltre a DICE, troviamo Ripple Effect (ex DICA L.A.), Criterion e EA Gothenburg.

Nell’intenzione di proporre un titolo d’una certa caratura, DICE ha deciso di sacrificare la campagna single player per concentrarsi al meglio su quello che è sempre stato il cuore della serie: il multiplayer. Nonostante ciò, una “trama” Battlefield 2042 ce l’ha e viene sfruttata per fornire un contesto agli scontri. 

Circa 10 anni dopo gli eventi di Battlefield 4, il pianeta è sconvolto da una crisi globale che porta alla nascita dei “Dispatriati”, autodefinitesi Dis-pat, una sorta di fazione composta da persone di diverso ceto e classe sociale che tenta di sopravvivere. Nel mentre la situazione comincia a stabilizzarsi creando una nuova normalità, la distruzione — di origini ignote — del 70% dei satelliti in orbita causa un blackout generale con oltre 100.000 vittime. Un’altra conseguenza dell’incidente, è la carenza di cibo e carburanti che innesca una “guerra ombra” tra Stati Uniti e Russia, coi Dis-pat nel mezzo che dovranno schierarsi per il loro futuro.

Immensi campi di battaglia, ma non sempre

La nuova generazione di console ha fatto sì che potessimo ritrovare delle mappe estremamente più ampie rispetto ai precedenti titoli, arrivando a supportare ben 128 giocatori nella modalità All-Out Warfare, che a sua volta include la classica Conquista e la più recente Sfondamento.

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In Conquista ci si ritroverà a fare i conti con dei tornado che investiranno la mappa, ma questi non sortiranno alcun effetto nei confronti del level design (praticamente non intaccheranno edifici, ripari o vegetazione); d’altro canto i giocatori che verranno travolti subiranno dei danni, ma nulla di invalidante. Se ad un primo istante un tornado sembra estremamente minaccioso, una calamità dalla quale stare alla larga, man mano che si gioca questa tensione verrà sempre meno arrivando al punto in cui ci si “fionderà” volontariamente contro per essere catapultati in una zona estremamente distante.

C’è da dire che su PlayStation 4 e Xbox One i giocatori massimi rimangono 64, con delle mappe ridimensionate, un po’ come accaduto a suo tempo con Battlefield 4 (sulle vecchie console 32, mentre 64 su quelle nuove e PC).

D’altro canto, la modalità inedita Hazard Zone, figura come il completo opposto di ciò che viene proposto in All-Out Warfare, con 
32 giocatori suddivisi in squadre da 4, che si ritrovano trasportati all’interno di alcune mappe estremamente ridimensionate dove dovranno recuperare dei dati da alcuni satelliti precipitati. Nel fare ciò dovranno scontrarsi contro le altre squadre ed alcuni soldati manovrati dalla IA.

Il compagno caduto dovrà essere rianimato, qualora non si facesse in tempo potrà essere richiamato in partita mediante un dispositivo che può essere recuperato esplorando.
Se tutta la squadra dovesse andare KO, allora sarà “game over” e la partita si concluderà.

Il rischio game over è elevato, soprattutto se non si ha dei compagni coi quali comunicare a voce.

Altra modalità inedita, dedicata — in un certo senso — ai fan della serie, è Portal. Dove, grazie alla riproposizione in una salsa completamente nuova, ritroviamo modalità, mappe, armi e fazioni di Battlefield 1942, Battlefield Bad Company 2 e Battlefield 3.

La peculiarità di questa modalità, sta nel fatto che i giocatori potranno creare delle partite personalizzate, curando ogni singolo aspetto: dalle opzioni più basilari come numero di rinforzi a disposizione delle due fazioni fino alle armi e gadget che si possono utilizzare, passando infine alla salute che non si rigenera in automatico, disattivare la possibilità di stendersi a terra e via dicendo.

Nonostante il gioco contenga Conquista, Sfondamento, Hazard Zone e Portal (con al suo interno Corsa, oltre che alla consueta Conquista), i contenuti non riescono ad essere così numerosi e variegati, da riuscire a rivaleggiare coi predecessori. Altro fattore che in fatto di contenuti non entusiasma, riguarda le poche armi a disposizione.

Gameplay solido, ma tempestato da bug

Inutile dire che il gameplay alla base dei Battlefield si è sempre dimostrato di buona fattura. Battlefield 2042 non è di certo da meno, ampliando la sua formula ormai ben consolidata con l’introduzione degli Specialisti, ovvero dei soldati provvisti di diverse abilità passive ed attive, che vanno a sostituire i tipici ruoli che hanno da sempre caratterizzato la serie DICE.

La tipica classe del Medico, ad esempio, è stata sostituita da Falck, che può rianimare qualsiasi alleato facendogli ottenere la salute massima oltre che curare a distanza, e da Angel, fornendo della corazza al compagno rianimato ed è anche in grado di fornire munizioni, corazze e “richieste di equipaggiamento” mediante la Cassa di attrezzatura.

Gli specialisti, uniti alla possibilità di poter personalizzare il proprio layout (o classi, se preferite) assieme alla personalizzazione della propria arma durante il corso delle partite, consentono una libertà d’azione estremamente elevata mai vista nella serie.

Ad affiancare la presenza dei classici veicoli, c’è un’altra interessante aggiunta: durante gli scontri a fuoco, ogni giocatore potrà chiamare a sé un Ranger da battaglia comandato dalla IA ed alcuni mezzi di trasporto equipaggiati con una torretta e perfino dei carri armati.

Mentre le aggiunte si dimostrano essere decisamente gradite, non si può dire lo stesso di tutto ciò che gravita attorno al gioco stesso a causa della presenza di ingenti bug che compromettono sensibilmente l’esperienza di gioco: si passa dall’impossibilità nel rianimare gli alleati alla rosa dei comandi che il più delle volte non si attiva e dai mirini che d’un tratto perdono la loro funzione di zoom, dalle partite che non si avviano seguite da un bilanciamento delle armi poco curato, arrivando all’ottimizzazione generale tra frame instabile ed errori nei server. Insomma, questo Battlefield 2042 ha avuto uno dei peggiori lanci che ci si potesse aspettare per quello che poteva essere un gran ritorno.

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Il Frostbite continua ad essere una certezza, nonostante alti e bassi

Se dal punto di vista prettamente ludico il gioco fatica molto, dal punto di vista grafico è l’esatto contrario.
Ogni mappa restituisce un colpo d’occhio decisamente elevato, coi carri armati pronti a devastare qualunque cosa si ritrovano dinanzi mentre i velivoli cercano di fermarli, gli scontri a fuoco sono una delizia nel momento in cui si entra nel vivo.

Purtroppo l’ottimizzazione altalenante, oltre a compromettere la giocabilità, arriva a compromettere anche la parte visiva, con dei crolli vertiginosi del framerate in situazioni tranquille e concitate.

Un deludente Battlefield 2042

Il nuovo grande e promettente progetto DICE aveva il compito di far tornare lo studio ai fasti raggiunti nella settimana generazione ed in parte ci sarebbe anche riuscito, proponendo una formula videluodica arricchita in un contesto temporale ben congeniato, se non fosse per l’ingente quantità di bug e problemi di varia natura. Nulla di irreparabile, sia chiaro, ma difficilmente si può passar sopra a tutto ciò.

Data la situazione in cui versa il titolo attualmente, appena arriveranno nuovi aggiornamenti — uno estremamente importante è previsto per questa settimana — non esiterò dal parlarne, magari con una “recensione v2.0”.

Consigliato con riserva:
se siete dei fan della serie o se siete pronti a fare i conti con bug e problemi vari, allora prendetelo tranquillamente (soprattutto se avete anche degli amici); se invece siete titubanti, ed in più non avete neanche qualcuno con cui giocarlo, per il momento vi consiglio di attendere futuri aggiornamenti.

Pregi

  • Comparto visivo
  • Battlefield Portal è una bellissima fiera della nostalgia
  • Gunplay

Difetti

  • Ingenti bug ed ottimizzazione non eccelsa
  • Instabilità dei server
  • Bilanciamento delle armi
  • Pochi contenuti effettivi

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Luca Maiolini

Gli FPS a stampo militare erano il mio pane quotidiano e gli RTS facevano da contorno, Brothers in Arms ed Imperivm erano il mio chiodo fisso. Poi, venne il giorno in cui abbracciai PlayStation 3 e mi collegai alla rete, così una valanga di videogiochi mi piombarono addosso! Ad oggi mi ritrovo a giocare un po' di tutto, dai titoli Platinumgames fino ai JRPG di casa Square Enix.

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