Death Stranding – la recensione dell’ultima opera di Hideo Kojima

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Si è parlato molto nel periodo pre-lancio dell’ultima opera partorita  da Hideo Kojima: Death Stranding. Ciò è sicuramente dovuto  al fatto che il game designer giapponese è uno dei più stimati nell’industria videoludica e dopo la parentesi chiusa in maniera negativa con Konami, ha dato vita ad un nuovo team chiamato Kojima Productions.

Inoltre, i filmati della nuova proprietà intellettuale erano poco chiari su cosa fosse realmente Death Stranding e solo l’uscita sul mercato poteva togliere alcuni dubbi sul gioco sviluppato da Hideo Kojma. Il nuovo progetto era previsto inizialmente soltanto su PlayStation 4, ma dopo un pò di mesi Death Stranding è disponibile anche su PC, negli store di Steam e Epic Games.

Trama

Un tempo ci fu un’ esplosione, uno scoppio che diede origine al tempo e allo spazio. Un tempo ci fu un’esplosione, uno scoppio che portò un pianeta a ruotare in quello spazio. Un tempo ci fu un’esplosione, uno scoppio che generò la vita così come la conosciamo. E poi arrivò un’altra esplosione…..

La trama di Death Stranding inizia con un prologo ben congegnato, Sam Porter Bridges è un corriere che ha il compito di riconnettere l’America. Il gioco è ambientato negli Stati Uniti, (divenuti United Cities of America/ Città  Unite d’America- UCA)in un mondo post-apocalittico, devastato dal cosiddetto Death Stranding. L’inizio del gioco è criptico, non sappiamo come si è arrivati a tutto questo, per scoprirlo dovremo assimilare a mano a mano le arie informazioni tramite i numerosi dialoghi e testi. Nel comparto narrativo del titolo salta subito all’occhio una regia  e una recitazione dei personaggi di alto livello, grazie alle perfomance di noti attori hollywoodiani come Mads Mikkelsen e Norman Reedus, con l’obiettivo di innalzare il livello del medium videoludico.

Durante la lunga avventura di Death Stranding incontreremo diversi personaggi chiave, alcuni comprimari risultano ben caratterizzati, come ad esempio Fragile, mentre altri non godono di un background così ben riuscito e ci lasciano troppo dubbi fino al finale e nel peggiore dei casi  non ci vengono date risposte.

Dopo il lungo prologo ad effetto, la storyline di Death Stranding si farà da parte per metterci a nostro agio nelle meccaniche di gameplay tra una consegna e l’altra. Infatti per una dozzina di ore ci saranno meno cutscenes e molti approfondimenti della “lore” del gioco saranno lasciati ai molti collezionabili che troveremo nella base del nostro protagonista.

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Il gioco è diviso in lunghi capitoli e, specialmente nell’ultimo terzo dell’avventura, la storyline impennerà con momenti carichi di pathos. Tuttavia il viaggio di Death Stranding è molto lungo e potrebbe essere un’esperienza lontana dai canoni di molti giocatori, specialmente per i primi atti che risultano eccessivamente diluiti.

L’esperienza narrativa di Death Stranding ci sentiamo di premiarla, ma non a pieni voti a causa di alcune  scelte forse troppo autoriali  che potevano essere gestite diversamente.

Gameplay

Il gameplay di Death Stranding è ciò che  molti utenti sospettavano nel periodo pre-lancio. Nel titolo di Hideo Kojima faremo consegne per riconnettere le UCA e dovremo porre molta attenzione alla gestione del carico.

Prima di accettare una o più consegne, Sam dovrà scegliere cosa portare durante il viaggio oltre il pacco da consegnare. Tra i gadget presenti troveremo scale che saranno utili per attraversare torrenti e utilizzabili a mò di ponte e corde che ci aiuteranno a  scalare diverse montagne.  Oltre i gadget iniziali, dopo diverse ore di gioco, potremo usare teleferiche per muoverci in maniera più rapida, costruire nuove strade, mezzi di trasporto che ci consentono di consegnare  in tempi più brevi i vari pacchi, tettoie in cui possiamo ripararci dalla cronopioggia e di conseguenza dall’arrivo delle creature arenate.

Nell’avventura sbloccheremo due mezzi: la moto e l’autocarro. La guida dei veicoli non ci ha entusiasmato e spesso può risultare eccessivamente complessa, con una gestione della fisica dei mezzi non ottimale.

Inoltre, nell’open-world di Death Stranding, una novità assoluta è la pianificazione del percorso. Il mondo di gioco è ricco di ostacoli e riconoscere la strada meno impervia sarà d’aiuto, una parte fondamentale in tutto ciò la ricopre l’ottimo feedback dei controlli del protagonista.

Dover mantenere l’equilibrio in dei pendii scoscesi o salire una montagna innevata non è semplice.  Spesso arrivando al punto di consegna percepiremo una sensazione di fatica che rende ben coerente il messaggio del viaggio che ha voluto dare il designer giapponese e troveremo una traccia musicale ad accompagnarci mentre osserviamo una lunga distesa.

Death Stranding
DEATH STRANDING

Oltre questo, è presente il multiplayer asincrono, in cui lasceremo like, costruiremo strade o lasceremo messaggi sul terreno insieme agli altri giocatori. Tutto ciò crea una grande cooperazione e rispecchia pienamente l’idea di connessione che rende peculiare Death Stranding.

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Purtroppo dopo che avremo giocato per diverse ore al titolo, alcune feature potrebbero essere superate, come la pianificazione del percorso che impareremo a conoscere a menadito, oppure i gadget da usare che, ad un certo punto perderanno quella sensazione di novità.

Fase action

All’interno di Death Stranding è presente anche una fase più action, ma l’idea di base del team di sviluppo non è creare un livello di sfida elevato, nemmeno alla massima difficoltà.

Nell’open-world del titolo saranno presenti due tipi di nemici: le Creature Arenate e i Muli.

In entrambi i casi il gioco non ci spingerà all’azione, poichè risulta molto semplice fuggire dalla zona e non utilizzare nessuna arma. Questa scelta del team può far discutere e in totale onestà anche il livello di sfida ci ha spiazzati e non nell’accezione positiva del termine.

Ad amplificare i vari problemi c’è un’intelligenza artificiale poco evoluta e troppo approssimativa dei Muli, spesso sarà facile eluderli per fuggire e saranno l’unica variante di nemici umana presente in Death Stranding.

Nel caso delle Creature Arenate, un evento atmosferico imprevisto chiamato la cronopioggia ci suggerirà la vicinanza di queste Creature. Inoltre, uno degli elementi che può complicare la situazione  è appunto il danneggiamento del carico a causa della cronopioggia.

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Oltre ciò saranno presenti alcune boss-fight che senza remore possiamo annoverare come uno dei punti più bassi della produzione, e nonostante facciano parte  di alcuni momenti narrativi molto coinvolgenti, ci hanno lasciato l’amaro in bocca.

La maggior parte delle volte saranno strutturate nella stessa maniera e nei casi delle Creature Arenate saranno più un ostacolo nel percorso, piuttosto che offrire un giusto livello di sfida. Nelle boss fight che aumenteranno esponenzialmente nella seconda metà dell’avventura, avremo a disposizione anche alcune bocche da fuoco che si sbloccheranno tramite la connessione alla rete chirale.

L’utilizzo delle armi sarà fondamentale solamente in questi scontri e non saranno il fulcro dell’esperienza, tuttavia ci è sembrato evidente come il cover system e il sistema di shooting sia poco curato.

Comparto tecnico

L’ambientazione ricorda visivamente l‘Islanda e la struttura di gioco ricorda da vicino ciò che abbiamo visto in Metal Gear V: The Phantom Pain. Ci sono tre macro-aree esplorabili e come già accennato nella mappa  di Death Stranding non ci saranno  NPC e vari nemici disseminati lungo la mappa, ma sarà un luogo ricco di ostacoli in cui dovremo destreggiarci per gestire in maniera ottimale il carico.

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Sono presenti molteplici attività secondarie che sono per la maggior parte dei casi slegate dal contesto narrativo del titolo, non offrendo una particolare varietà. Inoltre nell’endgame, occupano una parte del pacchetto le consegne premium,  un tipo di consegne speciali dove è richiesto maggiore impegno e innalzano la difficoltà.

Il motore grafico è il Decima Engine,  di Guerrilla Games e già visto all’opera in Horizon Zero Dawn. Il colpo d’occhio di Death Stranding è eccellente e rispecchia uno dei giochi tecnicamente migliori dell’attuale generazione, grazie anche ad un fotorealismo impressionante.

Death Stranding
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Abbiamo giocato Death Stranding su PlayStation 4 standard, il titolo gira a 1080p e 30FPS e nonostante il frame rate è leggermente meno stabile rispetto alla console più performante di Sony, il titolo riesce a raggiungere prestazioni ottimali, complice anche l’ottimo Decima Engine.

Merita una menzione a parte il comparto audio, con molti brani emozionanti su licenza che ci accompagnano nelle cutscenes più poderose o durante alcuni momenti di esplorazione suggestivi, ottima anche la colonna sonora  ufficiale composta da Ludvig Forssell.

Il gioco è doppiato in italiano e risulta tra i più curati tra le grandi produzioni, non solo per il protagonista ma anche nei diversi comprimari presenti.

Abbiamo completando Death Stranding a livello difficile completando l’avventura e alcune quest secondarie in circa 50 ore.  Il titolo si attesta su un’ottima longevità e potrebbe portarvi via molte più ore, tuttavia la presenza di fetch quest potrebbe scoraggiare diversi giocatori a proseguire nell’endgame.


Death Stranding è un prodotto atipico che ci sentiamo di consigliare, nonostante esca fuori da certi canoni per scelte autoriali che non sempre hanno giovato alla qualità del titolo. La regia e il comparto sonoro sono di primissimo livello, cosi come la novità del multiplayer asincrono che crea connessione tra i giocatori.  Mentre una fase action approssimativa e le prime ore molto compassate potrebbero scoraggiare diversi giocatori, ma rimane un’esperienza che vale la pena provare e uno dei titoli più interessanti sul mercato.

Consigliato


Pregi

  • Regia e recitazione dei personaggi eccellenti
  • Il multiplayer asincrono è una grande novità
  • Doppiaggio e tracce musicali di altissimo livello
  • Il Decima Engine è una garanzia

Difetti

  • Fase action approssimativa
  • Intelligenza artificiale deficitaria
  • La prima parte dell’avventura potrebbe scoraggiare diversi giocatori


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