Pokémon Scarlatto e Violetto: un successo farcito da glitch e bug

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Ci siamo, Pokémon Scarlatto e Violetto sono finalmente usciti e, come volevasi dimostrare, da parte di Nintendo è stato riscontrato l’ennesimo successo per la serie, che in soli tre giorni dal lancio ha comunicato di aver venduto oltre 10 milioni di copie della nuova generazione Pokémon. Questo risultato, fa di Scarlatto e Violetto il miglior lancio di un videogioco Nintendo nel lasso temporale di 3 giorni

“Scarto e Violento” segno di un Game Freak che annaspa 

Eppure, basta una ricerca veloce su Twitter o su YouTube, per trovare prove concrete di una situazione che, a molti, porta alla mente quel lancio abbastanza terrificante di Cyberpunk 2077. L’utenza s’è ritrovata a fare i conti con un nuovo videogioco estremamente problematico per quanto concerne il comparto tecnico, riscontrando numerosi glitch grafici, performance instabili e bug di vario genere, tutto questo si somma ad un comparto grafico decisamente scarno. Ciò rende, di fatto, Scarlatto e Violetto i peggiori titoli Pokémon in termini prettamente qualitativi, che non fanno altro che confermare un fatto già menzionato su Q-Gin: Game Freak non basta più.

Inutile dire che anche su emulatori la situazione di Scarlatto e Violetto non migliorano in alcun modo, anzi le prestazioni in fatto di framerate sono anche più gravose per le più disparate ragioni, partendo dall’hardware delle configurazioni PC all’ottimizzazione generale, e non mancano glitch in maggior misura.

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I glitch sono così numerosi che Kotaku gli ha dedicato un articolo intero e recentemente aggiornato, nel tentativo di mostrarne in quantità.

Lo sviluppo di un videogioco richiede di per sé molto tempo, pensiamo ad esempio alle nuove IP o produzioni open-world dedicate a Xbox, PlayStation e PC che in genere richiedono dai 3 ai 5 anni pieni di sviluppo (senza contare necessariamente la fase di pre-produzione, che può durare diverso tempo), rapportiamo ciò a Game Freak: azienda che sta sviluppando nuove generazioni infilando, delle novità in pillole di videogioco in videogioco, rilasciando anche uno spin-off di tanto intanto. Va da sé pensare che la speranza di vedere un videogioco con un’elevata qualità si assottiglia sempre più e le prime avvisaglie le abbiamo viste tutti con Pokémon Spada e Scudo nelle Terre Selvagge. 
In tutto questo, non stiamo tenendo conto dei tempi di sviluppo correlati al motore grafico, della struttura interna di Game Freak, del lavoro da remoto, del numero di dipendenti e degli studi in “outsorcing” grazie ai quali si riceve un supporto nella finalizzazione di alcuni compiti o nella pulizia e rifinitura di alcuni aspetti.

Pertanto, ritornando al discorso in sé di Pokémon e Game Freak, e tenendo a mente che dall’uscita di Nintendo Switch han sviluppato quattro videogiochi (Let’s GO nel 2018; Spada e Scudo 2019; Arceus 2022; Scarlatto e Violetto 2022) assieme alle due espansioni per Spada e Scudo, è chiaro che il tempo e la forza lavoro sono due aspetti che subiscono pesanti ripercussioni. 
Stupisce quella la stessa Nintendo che ha consentito la collaborazione tra Monolith Soft ed il team di Breath of the Wild, non stia concedendo un vero e concreto aiuto ad una Game Freak che ad oggi sta annaspando sempre più. 

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Pokémon è pur sempre Pokémon 

Molto spesso leggo online “Ma perché c’è gente che gioca ancora a pokémon?”, la risposta è ben più semplice di ciò che si possa immaginare: il feeling dato da Pokémon è unico. Il rapporto instaurato negli anni con tutte quelle creature non può essere sostituito in un attimo con un videogioco a parte e totalmente nuovo, così come il feeling dato dalla serie di videogiochi: che tu stia giocando a Pokémon Oro, Pokémon Let’s GO, Leggende Pokémon: Arceus, si percepisce sempre quel filo conduttore della serie, con tutte l’evoluzione che sono state apportate negli anni. 

Si fa presto a dire “C’è di meglio”, ma è un po’ come andare a dire agli appassionati di Call of Duty di giocare ad Ironsight oppure un Enlisted o Hell Let Loose per gli amanti della serie Battlefield, o ancora un Paith of Exlie ad un amante di Diablo. Ci sono aspetti di queste celebri serie, che non possono essere sostituiti, nel bene o nel male. Magari per nostalgia, pigrizia, “affetto”, abitudine o semplicemente perché il feeling dato dal “originale” è insostituibile. Perché sì, potremmo (o potreste) trovare anche un’alternativa migliore dell’originale sotto tutti i punti di vista tecnici, ma rimarrà pur sempre una mera alternativa.

Dunque che si fa? Qual è il modo migliore per far comprendere a queste grosse compagnie che c’è qualcosa che non va? In questi casi è possibile dare un messaggio tramite la propria opinione sui social, palesando i problemi, oppure bombardando i prodotti con recensioni (motivate) su Metacritic.
Un metodo ancor migliore e più semplice è quello di non acquistare il prodotto, soprattutto sotto al periodo d’uscita oppure puntare sull’usato così da non far parte di quei “10 milioni” e sebbene “loro” siano consapevoli dell’assenza di una vera e concreta alternativa sul mercato, noi acquirenti abbiamo la capacità e la possibilità di mandargli un segnale: se non migliorate il rapporto qualità/prezzo, non avrete il denaro per render felici gli investitori.

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Luca Maiolini

Gli FPS a stampo militare erano il mio pane quotidiano e gli RTS facevano da contorno, Brothers in Arms ed Imperivm erano il mio chiodo fisso. Poi, venne il giorno in cui abbracciai PlayStation 3 e mi collegai alla rete, così una valanga di videogiochi mi piombarono addosso! Ad oggi mi ritrovo a giocare un po' di tutto, dai titoli Platinumgames fino ai JRPG di casa Square Enix.

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