As Dusk Falls tra interactive drama e visual novel – Mini recensione

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In questo periodo nel quale in casa Xbox sembrano un po’ in difficoltà in fatto di produzioni “fatte in casa”, l’utenza può godersi As Dusk Falls del nascente studio Interior Night e pubblicato da Xbox Game Studios. Lo studio è certamente nuovo, ma non formato da personale alle prime armi, difatti essendo composto da alcuni ex membri di Quantic Dream, Codemasters, Ubisoft e molti altri.

Mostrato per la prima volta durante l’estate del 2020, e tornato a far parlare di sé nella scorsa edizione del Summer Game Fest.
As Dusk Falls è giunto negli store digitali lo scorso 19 luglio: presente sia nel catalogo Xbox Game Pass che PC Game Pass oppure acquistabile nel Microsoft Store e Steam a 29,99€.

Come ormai abituati dai diversi interactive drama proposti da TellTale o Quantic Dream, anche nel videogioco di Interior Night ci si troverà a guidare e “vivere” delle situazioni che vedranno coinvolti tre personaggi ben contraddistinti, in una trama semplice ma ben narrata, all’insegna del thriller e del drammatico, con un tratto estetico decisamente caratteristico. Mentre il gameplay, dove viene sacrificata l’esplorazione degli ambienti, propone il classico sistema di scelte, ma con un paio d’idee interessanti: si può sfruttare il proprio smartphone come controller e, se giocato in live stream su Twitch od in multiplayer (locale od online), le scelte verranno effettuate in base ad una votazione.

Trama semplice, ma con una narrativa decisamente sopra la media

Il primo capitolo si apre con una famiglia in viaggio, intenta a crearsi una nuova vita in seguito ad un incidente che vede coinvolto Vincent, il padre di famiglia, sul posto di lavoro. Fin da subito è chiaro che il clima del viaggio non è esattamente dei migliori, Jim, il padre del “protagonista” si è riunito col figlio dopo ben 30 anni d’assenza, spinto da un tumore maligno ed i sensi di colpa. A “migliorare” la situazione, un incidente stradale che vede coinvolta l’intera famiglia, fortunatamente senza feriti, ad eccezione dell’auto che li abbandona sul ciglio della strada. Fortuna vuole che poco più avanti v’è il classico motel, dove poter chiedere aiuto, ma la quiete dura ben poco. Un gruppo di malviventi, composto da tre fratelli, irrompe nel motel, prendendo come ostaggio Michelle, moglie di Vincent dopo aver derubato lo sceriffo.

Di lì a poco la storia va degenerando, ma considerando l’importanza narrativa, non aggiungo altro.

Tra flashback del passato atti a fornire un background narrativo ai personaggi che interpreteremo e situazioni d’alta tensione nel motel, il ritmo del primo capitolo, o libro come vengono definiti, è semplicemente d’altissimo livello. Difficilmente si avrà la percezione che la storia sia ad un punto morto o che si stia dilungando inutilmente. Perfino il secondo capitolo, nonostante si concentri sulle conseguenze generatesi dal predecessore, ponendo le proprie basi sulla fuga dalla polizia e l’affrontare le proprie paure, con dei ritmi estremamente più lenti prendendosi tutto il tempo nel dare spessore e spazio ai sentimenti dei personaggi, riesce comunque a tenere incollati se realmente interessati al classico “E dopo cosa succede?”.

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La narrativa e le scelte lasciate al videogiocatore sono molte, dando la possibilità di delineare i tratti caratteriali dei personaggi. Interessanti anche le conseguenze delle scelte prese, in grado di sorprendere in fasi più avanzate: dimostrare affetto ed accondiscendenza per un padre assente e con problemi col gioco d’azzardo, dunque enfatizzando alcuni aspetti positivi del carattere di un personaggio, possono portare ad esiti inaspettati.

Il pesante compromesso tra comparto grafico ed estetica

Se la narrativa riesce a trainare l’attenzione, non si può dire lo stesso per il comparto visivo che, a seconda del videogiocatore, può far sorgere dei problemi sia d’attenzione che di semplice “voglia” di continuare a giocare a causa dello stile scelto da Interior Night.

Se con Quantic Dream siamo stati abituati ad un tratto cinematografico e realistico, mentre con TellTale siamo sempre stati catapultati in quello dei comic americani, Interior Night ha optato per lo stile che ricorda alcuni comic, ma sacrificando alcuni aspetti come l’esplorazione degli ambienti che hanno portato questo genere di avventure a ciò che sono oggi. Difatti As Dusk Falls può dare l’impressione di star giocando ad un videogioco che si frappone tra una visual novel ed un interactive drama, dal momento che la giocabilità si limita esclusivamente al prendere delle scelte durante alcune sequenze.

Un piccolo appunto va fatto per la colonna sonora, che si dimostra perfetta in ogni momento, da quello estremamente concitato durante i conflitti a fuoco fino a quello più calmo ed introspettivo; mentre il doppiaggio italiano è caratterizzato da fortissimi alti e bassi: la recitazione dei doppiatori si attesta su di un buon livello, ma il mixaggio in diverse occasioni è totalmente mal bilanciato da minarne la qualità finale.

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Considerazioni

As Dask Falls è un videogioco che definirei particolare. La narrativa e le scelte con le loro conseguenze, forse, vengono portate ad un livello superiore rispetto a quanto fatto in precedenza da altri. Però, il sacrificio dovuto dalla componente tecnica, che vuole sacrificare la tridimensionalità, l’esplorazione, il semplice movimento, comportano un passo indietro nel genere degli interactive drama, portando quasi a considerarlo come una visual novel occidentale. Forse, l’unica stortura riguardante la trama, è la sua conclusione estremamente aperta, che lascia spazio ad un sequel od a quelche futuro dlc.

Inoltre, alcuni problemi dovuti ad un porting non proprio eccellente su PC, potrebbero far desistere alcuni giocatori dallo scendere a compromessi per giocarlo.

Consigliato agli appassionati della narrativa

Pregi

  • Narrativa e personaggi sempre ad alti livelli
  • Colonna sonora perfetta in ogni occasione
  • Estetica interessante

Difetti

  • Comparto grafico sottotono

Luca Maiolini

Gli FPS a stampo militare erano il mio pane quotidiano e gli RTS facevano da contorno, Brothers in Arms ed Imperivm erano il mio chiodo fisso. Poi, venne il giorno in cui abbracciai PlayStation 3 e mi collegai alla rete, così una valanga di videogiochi mi piombarono addosso! Ad oggi mi ritrovo a giocare un po' di tutto, dai titoli Platinumgames fino ai JRPG di casa Square Enix.

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