Gigi il Guerriero: tra satira e Hardcore gaming – La Recensione

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“Cari italiani ed italiane” quante volte vi è capitato di inveire contro il politico di turno per qualche dichiarazione che non condividete? Immagino diverse, soprattutto nell’ultimo periodo che a causa del covid e dei vaccini sta emergendo anche il peggio, però non sono qui per imbastire un editoriale politico, ma per parlarvi di Gigi il Guerriero. Un videogioco di satira politica, risultando decisamente super partes, senza mai varcare la soglia che separa l’ironia dall’insulto.

La satira in Gigi il Guerriero è gestita più che bene, enfatizzando alcuni tratti caratteristici delle figure politiche più in vista, come la costante onestà professata da Luigi Di Maio, i classici 80€ e l’inglese “maccheronico” di Matteo Renzi fino ad arrivare a Vittorio Sgarbi col suo spiccato modo di esprimersi affiancato da una sua “carissima” amica e l’immancabile Matteo Salvini.

Gigi il Guerriero

Alcune delle scene che si vedono all’interno del videogioco, si rifanno ad eventi accaduti realmente. Ad esempio, quando Salvini citofonò ad una famiglia di Bologna, con l’accusa di spaccio avanzata da parte del vicinato.

Il contesto

Gigi il Guerriero è ambientato in una realtà distopica, dove la politica ha fallito, portando l’Italia in uno stato di caos e degradazione, influenzato un po’ dal mondo post-apocalittico di Ken il Guerriero. Le figure politiche più importanti ora si contendono il ruolo di Imperatore, in scontri che portano il videogiocatore a vestire i panni di Gigi, sconfitto e “marchiato” da “Il Cavaliere“, successivamente addestrato da “Il Presidente“.

Gigi il Guerriero

L’avventura termina con un classico cliffhanger ispiratosi a Dragon Ball — e non è l’unica ispirata all’opera di Toriyama —, aprendo le porte ad un possibile sequel.

A tal proposito, in seguito al successo che sta avendo il gioco, non ci aspettiamo altro che vedere un secondo capitolo!

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Ho i pugni nei pollici

Il gameplay è estremamente semplice, da comprendere, ma impegnativo da padroneggiare. Basato sui vecchi cabinati Punch Mania: Hokuto no Ken (conosciuti anche come Fighting Mania: Fist of the North Star), si dovrà premere il rispettivo pugno che s’illuminerà per sconfiggere l’avversario: più in fretta si agisce più il punteggio sarà elevato, mentre se si agisce troppo lentamente e/o si manca totalmente il colpo si rischierà di perdere l’energia andando incontro alla sconfitta.

Ad ogni scontro, i personaggi tenderanno ad insultare Gigi (e il videogiocatore) con le loro frasi celebri, in determinati casi si potranno ascoltare anche alcuni insulti riversati, originariamente, proprio sull’onesto protagonista.

Di base è tutto qui, ma è la difficoltà a farla da padrona, che viene incrementata man mano che si avanza con gli scontri, inoltre, ad ogni inizio combattimento, verrà chiesto a quale difficoltà giocare tra le tre disponibili:

  • Discepolo: si dispone di un’elevata quantità di energia ed il tempo a disposizione per eseguire gli attacchi è relativamente ampio;
  • Maestro: la quantità di energia è “media”, i tempi di esecuzione sono relativamente brevi ed il pattern dei colpi da mettere a segno sono leggermente differenti da difficoltà precedente;
  • Leggenda!: è la difficoltà adatta a chi cerca una vera sfida, con poca energia e finestre d’attacco veramente minime, anche qui i pattern d’attacco sono differenti rispetto alle difficoltà precedenti.

Terminata la storia resta da affrontare il torneo. Una serie di scontri ininterrotti, dove l’energia non viene rigenerata. Il torneo può essere affrontato in due difficoltà, con le medesime peculiarità di quelle viste nella storia principale: Elettorale e Vitalizio.
Terminato il torneo si avrà l’opportunità di affrontare due personaggi segreti, che non vi svelerò!

Un fumetto ed una colonna sonora ad hoc

Lo stile estetico, che accompagna anche la narrativa di Gigi il Guerriero, è di pregevole fattura. Ogni personaggio è stato concepito in maniera impeccabile, ricalcando le reali fattezze, ma enfatizzando anche alcuni tratti estetici per rafforzarne il genere di satira sopradescritta — i personaggi così come gli scenari, sono rappresentati con una cura maniacale, ogni dettaglio racconta una storia e spiega di più del contesto narrativo.
I combattimenti sono sempre preceduti da alcune sequenze che ricalcano in pieno il fumetto occidentale per stile di disegno, mentre la narrativa è soggetta ad una forte influenza orientale, proveniente per lo più da Ken il Guerriero e JoJo — soprattutto per un personaggio in particolare.

Questo stile occidentale, si fonde con lo spirito giapponese attraverso il doppiaggio che va ad enfatizzare la vena satirica assieme ad un eccellente montaggio audio e ad una colonna sonora originale veramente ben fatta — non è un caso che sia stata caricata interamente su Spotify.

L’ottimizzazione

L’autore, Simone Di Giorgi, ha fatto un eccellente lavoro di compressione ed ottimizzazione, facendo in modo che il gioco pesi soltanto 140MB circa, ciò garantisce a praticamente tutti di poterlo almeno provare — grazie anche alla prova gratuita presente nello store —, inoltre le prestazioni non battono ciglio, consentendo sessioni di gioco sempre pulite e senza problematiche di alcun tipo.

Personalmente parlando, l’ho giocato su un vecchio Xiaomi Redmi 4 Pro (o Redmi 4 Prime, se preferite), equipaggiato con Havoc-OS 3.5 alla versione 10 di Android.
L’unico vero difetto che mi sento di segnalare è la scomodità nel giocarlo su un display di soli 5″.

Lo Xiaomi Redmi 4 Pro dispone di: processore Snapdragon 625; scheda video Adreno 506; 3GB di ram; 32GB di memoria interna; display IPS LCD da 5″.

In conclusione

…si presenta come un prodotto ben rifinito e confezionato in modo impeccabile, riuscendo a regalare delle ottime prestazioni anche su dispositivi estremamente datati.
Nella sua “semplicità”, per quanto concerne l’approccio nei confronti del gameplay, si percepisce che dietro alla produzione vi sia un reale sviluppatore e non una persona che fa dello sviluppare videogiochi un “semplice” hobby.

Se sei un videogiocatore casuale, che usa il mobile solo come scacciapensieri e vuoi goderti solo la storia, devi giocarlo in modalità Discepolo; mentre se sei uno che adora la sfida nel gaming, consiglio caldamente di giocarlo ai livelli più alti di difficoltà, il gioco è un Trial and Error, quindi, soprattutto al massimo livello di difficoltà, sarai obbligato a giocarlo fino allo sfinimento per imparare a memoria tutti i pattern degli avversari per completarlo. Ciò rende questo titolo adatto ad un ampio spettro di pubblico, dal casual gamer fino al hardcore gamer competitivo, anche grazie alla presenza di una classifica di fine livello, che ricalca molto la competizione arcade che si respirava nelle sale giochi.

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Infine, è impossibile non menzionare anche l’ottimo lavoro svolto dietro alla satira, tra citazioni di eventi realmente accaduti ed enfatizzazioni di alcuni aspetti caratteriali dei politici presenti. Complimenti anche al comparto estetico e sonoro, che insieme hanno saputo rafforzare l’intera produzione.

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Ora come ora, Gigi il Guerriero è disponibile esclusivamente per Android nel Play Store di Google, si attende il sequel — perché DEVE essere fatto — assieme ad un porting per iOS!

Pregi

  • Satira ben costruita
  • Gameplay semplice, ma al tempo stesso appagante
  • Tratto estetico e sonoro d’alto livello

Difetti

  • Storia sviluppata un po’ frettolosamente
  • Disponibile solo per Android

Gigi il Guerriero – Story Trailer


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Luca Maiolini

Gli FPS a stampo militare erano il mio pane quotidiano e gli RTS facevano da contorno, Brothers in Arms ed Imperivm erano il mio chiodo fisso. Poi, venne il giorno in cui abbracciai PlayStation 3 e mi collegai alla rete, così una valanga di videogiochi mi piombarono addosso! Ad oggi mi ritrovo a giocare un po' di tutto, dai titoli Platinumgames fino ai JRPG di casa Square Enix.

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