Life is Strange: la scommessa di Dontnod nel creare emozioni artificiose – La recensione, nel 2021

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Nel finire della settima generazione di console avventure come The Walking Dead e Heavy Rain commovevano il web, non stupisce che anche altre Software House abbiano intrapreso lo stesso percorso.

Dontnod Entertainment vedeva una piccola opportunità di dire la sua nel nuovo mercato, ma doveva introdurre qualcosa in più per poter emergere. Si Prospettavano tante  variabili, tante  possibilità e occasioni in un panorama al tempo solo ai suoi albori.

Life is Strange Recensione Cover

Alla fine arriva Max

In Life is Strange vestiamo i panni di Max, una ragazza 18 enne di ritorno nella sua città natale.

Arcadia Bay è una piccola ed ideale città americana dell’Oregon, che affaccia sull’oceano. La stessa città è un personaggio del flusso narrativo, risulta essere un impersonificazione della decadenza dei valori morali in salsa american style.

Max si ritrasferisce ad Arcadia Bay per frequentare l’Accademia Blackwell, dove si tiene uno dei corsi più rinomati di fotografia. Quest’ultima è la passione e forza della sennò tipica ragazza introversa d’oltre oceano.

In questo  contesto piatto e grigio compare Chloe Price, amica d’infanzia di Max. Non mi soffermerò di più sulla trama, dato che per questa tipologia di videogame la story line è essa stessa il gioco per poi non parlare degli eventuali spoiler a tradimento.

Life is Strange Recensione abbraccio

Due facce della stessa medaglia

Chi sono Max e Chloe?            

Due semplici ragazze che si affacciano alla cruda realtà, le tipiche fantasie adolescenziali hanno lasciato il posto a quei meccanismi della società made in USA, volutamente ostentati al massimo.

Troviamo bullismo, droga, nepotismi, cyber bullismo, classismo, immobilismo sociale, apatia, degradazione sociale e urbanistica e tanto altro.    

In questo mix distruttivo gli sviluppatori hanno voluto focalizzarsi sul legame tra le due ragazze, le quali risultano essere due pezzi di un puzzle in un mondo opprimente e straniante.

Max e Chloe sono i punti fermi dell’instabile realtà rappresentata, il mondo di gioco non è solo uno sfondo alla vicende, ma è l’Impersonificazione di un morbo incurabile, un corpo estraneo da debellare.

Le due ragazze sembrano davvero le uniche capaci di salvarsi da questa realtà, il cui pericolo nel gioco è esplicato dall’immagine allegorica del tornado, il giocatore sarà immerso senza preavviso in questo flusso catastrofico di eventi ed è a noi che verrà lasciata l’ardua sentenza.

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Le nostre decisioni potranno risolvere la crisi?

Non vi resta che giocare per scoprirlo.

Life is Strange Recensione diario

Meno è meglio?

Life is Strange come altri esponenti è il frutto di un evoluzione di una formula di gioco ben più articolata e soddisfacente a livello di gameplay, ovvero le classiche avventure grafiche.

La grande novità delle nuove produzioni è da ricercare in un eliminazione delle tipiche dinamiche di gioco a favore di una narrativa a scelte multiple. Il giocatore non sarà propriamente un gamer ma più che altro un marionettista delle vicende, ci ritroveremo ad ascoltare dialoghi e monologhi. Saremo noi ad avere la possibilità tramite le nostre scelte di manipolare la stessa trama.

La nuova deriva non è per tutti dato lo scarno gameplay, ci ritroviamo più volte davanti a un film interattivo che a un classico videogames.

Life is Strange Recensione mano di max

Autoinduzione di esperienze reali

Dopo una parentesi più o meno ampia torniamo al focus dell’articolo, si può simulare un ‘emozione?

La risposta non è facile, come può un insieme di pixel creare un empatia con il giocatore?

La forza di Life is strange è la narrativa, ma risulta vero solo se il giocatore viene coinvolto dalla trama, solo se si crea un legame con il binomio Max e Chloe. Tutto questo può passare in secondo piano in altri videogame se supportato da un solido e divertente gameplay.

La produzione di Dontnod Entertainment non nè la prima né l’ultima a coinvolgere l’utente, ma perché qui sembra essere giunti a un livello superiore?

Analizzando meglio le due protagoniste, scopriamo che per come vengono dipinte potrebbero essere due qualsiasi neo maggiorenni. Non ci troviamo né con personaggi lontani dalla nostra quotidianità né con situazioni troppo lontane dalla nostra realtà (stiamo sempre parlando di un contesto americano più qualche situazione al limite o oltre la fantascienza).

Il risultato è incredibile, il giocatore riesce ad immedesimarsi alla protagonista. Le differenze tra gamer e Max si assottigliano, questa forbice aumenta o diminuisce a seconda però anche dell’età di quest’ultimo o anche dal pregiudizio verso una storia dai toni a volte troppo affini a un teen movie.

Tutto ciò si è visto anche in altre produzioni per esempio Telltale Games, ma qui volutamente o non dagli sviluppatori andiamo oltre. Se in Life is strange ci fosse stata solo Max o solo Chloe, questa rubrica non avrebbe mai avuto visto la luce. Il binomio funziona e convince, a rotazione Max e Chloe diventano rispettivamente lo yin yang diun unico individuo, data dalla fusione dei due personaggi. Quest’ultimo aspetto migliora ancora di più l’immedesimazione nelle vicende, la formula agisce in una maniera tale da poter funzionare con qualsiasi altro binomio di protagonisti. Infatti Dontnod Entertainment ha riproposto il mix vincente con Life is Strange: Before the Storm e con L’ultimissimo Life is Strange 2 con protagonisti diversi dalla prima incarnazione.

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Il giocatore si sente avvolto e investito da Arcadia Bay, viene colpito e stupito tanto da dimenticarsi del joypad. Poco importa anche di Max e Chloe un tutt’uno con lo spettatore, così tanto da lasciarti dimenticare pure del sesso del personaggio, perché sei tu all’interno del flusso narrativo. Le protagoniste mai come in questo caso sono solo due modi in cui tu interagisci con quel mondo.

Non tutti per i più disparati motivi entreranno in questo meccanismo in questo livello di coinvolgimento, ma se riuscite a immergervi, allora proverete delle grandi emozioni indotte.

Life is Strange Recensione wallpaper

Perché indotte?

Life is strange non è emozione ma un mezzo che ti può portare ad emozionarti.

Siamo noi che vestendo i panni di questi avatar, entrando in un nuovo contesto. Richiamiamo le nostre esperienze che confrontiamo e filtriamo con quelle virtuali, scatenando al nostro io sentimenti repressi, sopiti o dimenticati. Portando a un pathos indotto, talmente forte da poter essere percepito dall’individuo come reale.

Life is strange non è né il primo né l’ultimo videogioco che può vantare un tale successo viscerale, ma un primato lo segna comunque. Credo che sia la prima volta che l’eccitazione, la trepidazione e la commozione siano quasi democratiche, ovvero che abbiano infettato e colpito la massa e non più una cerchia ristretta di privilegiati.

Arcadia Bay Distrutta

Frenate ed accelerazioni al coinvolgimento

La musica fin dalle prime battute entra in scena dirompente, trascina fin da subito in maniera prorompente il videogiocatore. La play list conta pezzi dal nome sconosciuti tipo Spanish Sahara di Foals, giunge alle orecchie del giocatore in sordina, ma in quel contesto con quel grado di coinvolgimento, la traccia musicale implode dentro di noi ed esplode in una forte emozione, difficilmente si rimane apatici.

Lo stile grafico invece funge sia da freno all’immedesimazione sia da porta al mondo di gioco. Risulta essere una sorta di quarta parente, ci permette d’entrare e trascorrere quanto tempo vogliamo ad Arcadia Bay, ma la rottura lascia dei segni. La scelta di un Cel-shading a tinta acquerello è un trionfo per gli occhi, ma anche un freno, un ricordo che alla fine è solo simulazione.

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Arte artificiale o illusione?

Il videogame è un medium, non deve necessariamente essere un’opera d’arte per poterlo considerare un capo lavoro, un must have o un prodotto iconico.

Arte e videogiochi non sono sempre la stessa cosa e va bene così, se tutti lo fossero quali sarebbero davvero tali?

Stesso discorso per gli sviluppatori, non devono per forza essere artisti per poter essere riconosciuti come guru  del settore o come innovatori e modelli.

Riconcentriamoci su Life is strange lo possiamo considerare arte?

Lev Tolstoj in Che cos’è arte sostiene che:

«L’arte è un’attività umana per cui una persona, servendosi di determinati segni esteriori, trasfonde consapevolmente i sentimenti da lei provati in altre persone, che a loro volta ne restano contagiati e li provano»

Da quanto abbiamo detto sopra sembra avere i requisiti giusti, ma non è sufficiente. Scegliamo un’altra definizione e riproviamo.

L’arte è un martello con il quale trasformare la realtà, diceva Brecht.

Dobbiamo apportare delle modifiche per allineare Life is Strange in questi canoni, se metaforicamente trasformiamo il martello nel joy pad e sostiamo la realtà con un universo costituito da innumerevoli pixel. Allora anche in questo caso il teorema è definito, prendiamone un’ultima per essere sicuri.

Pablo Picasso

«L’arte è la menzogna che ci permette di conoscere la verità»

Pablo Picasso la definisce in modo violento, brutale e conciso, purtroppo anche fantasticando Life is Strange e il pensiero latino non si possono uguagliare.

Allora siamo giunti al punto focale, ci sono infinite definizioni, impossibile raccordarle tutte, ma non è questo il punto.

L’arte è comunicazione, trasmissione e lettura della realtà gravida delle sue trasformazioni future ne deve evidenziare le criticità, le bellezze e le problematiche. Qualcosa di inimitabile, di unico e sfacciatamente soggettiva, il bello universale non esiste. Ciò che chiamo arte è ciò, che siamo che saremo e che non siamo più.

Life is Strange Recensione onirica

In Conclusione

Tutto ciò, che è stato detto in precedenza, svincola l’arte da quei sistemi che regolano il mercato.
Life is Strange, è l’eccezione alla regola riconosciuto come tale, ha anche riscosso un successo clamoroso. Tale trionfo commerciale non è spiegabile, non è una scienza esatta. Notizia di pochi giorni fa il fallimento dei ragazzi di Tell Tale Games o per rimanere in tema, delle scarsissime vendite del primo capitolo di Life is strange 2.

Must Play


Life is Strange Recensione Storm

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GIuseppe Zetta

Il mio pseudonimo è Giuseppe Zetta aka Zell Ho la passione per l’informatica, nata all’età di 6 anni, quando ho avuto a che fare per la prima volta con un Commodore64, appassionato di Intelligenza Artificiale, Sviluppo di Videogiochi e Tecnologie OpenSource. Porto avanti progetti informatici personali con i miei amici di vecchia data, ed ho svariate passioni che variano dall’arte del DJ al video editing passando fino alla produzione musicale.

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