Le opinioni di parte di SpazioGames

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Nelle community a tema videogame, da quelle che popolano Facebook a quelle di Telegram, c’è sempre stato quell’umore semi-complottista che porta i membri a protestare contro testate giornalistiche e/o portali, che nutrono quella volontà di informare l’utenza con notizie – delle volte prese da un utente a caso su Twitter o Reddit, altre volte prese dai vari comunicati rilasciati dalle aziende – oppure con recensioni e editoriali.

Ciò che dà vita a quell’animo da complottista che alberga nella mente dei più, riguarda il COME queste testate e portali trattano determinati argomenti. Se sono notizie, molto spesso si può avere quella percezione che si tenda a prediligere un’azienda mediante qualche rumor atto ad enfatizzare un momento no – si potrebbe prendere in esame il recente articolo di Eurogamer titolato ‘PS5 attualmente non ha altri giochi first-party in uscita nei prossimi mesi’ – oppure le classiche recensioni che magari, tramite dei voti elevati, danno quell’impressione di favorire [azienda a vostro piacimento] rispetto a [azienda a vostro piacimento].

“‘Spazio’, ultima frontiera, qui è la PSPEP

Dopo un po’ di tempo che si tende a percorrere una determinata strada, costellata da “Il nuovo PlayStation Plus non è la risposta a Game Pass, e va benissimo così” e “Con Game Pass non possiedi nulla e devi anche sbrigarti a giocare” assieme ad altri editoriali/articoli che hanno avuto il medesimo intento (quasi) denigratorio, è letteralmente impossibile ritenersi ancora super partes

Volendo andare nel dettaglio di questi due articoli, senza andare a scavare troppo nei meandri di SpazioPlayStatione tra poco sarà estremamente chiaro il motivo di questa nuova nomenclatura –, è possibile trovare alcune affermazioni, od anche costatazioni, un po’ “birichine”.

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Il nuovo (non) pregevole, ma caro, PlayStation Plus

Nel primo articolo citato, scritto da Marcello Paolillo, nel paragrafo “Una rivoluzione dalle idee chiare” si può leggere “Ma la rinnovata offerta di Sony si fonda su basi quasi diametralmente opposte, o perlomeno abbastanza diverse da giustificare un prezzo più alto e un elenco di abbonamenti pensati in primis verso i nuovi clienti, con quelli attuali utenti chiamati a sottoscrivere i piani Extra o Premium così da mettere mano a un enorme pezzo di storia videoludica”. 

Un bieco tentativo di SpazioPlayStation nel dipingere un PlayStation Plus Extra/Premium – di fatto, irragionevolmente più caro – come un servizio pregiato grazie al quale poter videogiocare a produzioni datate e vi ricordo che su Xbox sono stati disponibili titoli come Metal Gear Solid 2 & 3 in versione rimasterizzata, senza dimenticare i vari Final Fantasy che continuano ad arrivare – questo solo per menzionare quelle produzioni a cui molti sono legati, ma potrei continuare con Fable e Perfect Dark, Grim Fandango Remastered, DOOM (1993), The Elder Scrolls III: Morrowind e molti altri – giocabili su Xbox One/One X e Xbox Series X|S con tanto di FPS Boost e miglioramenti grafici apportati su One X e Series X (il tutto incluso fin dall’abbonamento di 9,99€).

Immancabile anche una sorta di frecciatina all’utenza “[…] non scomoda Sony dal puntare anche e soprattutto su un diverso tipo di utenza, meno ansiosa di dover necessariamente mettere le mani su qualcosa al day-one per il solo gusto di farlo” come se gli utenti PlayStation non siano influenzati dalla tempesta di hype creata ad hoc da Sony con statue a tema Horizon Forbbiden West od autobus a tema Marvel’s Spider-Man nel Darsena a Milano. Voglio ricordarvi cari lettori, che il periodo più proficuo per un’azienda è il momento in cui lancia il proprio prodotto, ergo il famigerato day-one che in termini di abbonamento, si traduce con una forte impennata di abbonati.

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“Col Game Pass non avete libertà di movimento”, cavalcando l’onda della libera interpretazione

Il secondo, che vi ricordo essere “Con Game Pass non possiedi nulla e devi anche sbrigarti a giocare” scritto da Domenico Musicò, non ha la pretesa di essere un articolo obiettivo – questo voglio farlo presente, a scanso di equivoci – però, proprio come nell’articolo di Marcello, si denota una certa predisposizione nel proporre un contenuto che segue pedissequamente un percorso ben tracciato.

Difatti non mancano sottotitoli come “Game Pass, provare di tutto e non avere nulla”, ma sorvolando su alcune parentesi riguardanti la visione – personale – del medium videoludico, si ha la costante sensazione che nell’articolo ci sia un tentativo ben mirato nel far intendere come il Game Pass – e non i servizi in abbonamento in generale, come PlayStation Now ed il futuro PlayStation Plus Extra e Premium – sproni il videogiocatore a giocare di tutto con una sorta di ghigliottina del tempo che incombe sul collo. 

C’è da considerare un fatto che nell’articolo non viene minimamente menzionato. Abbonandosi al Game Pass, che sia da console o PC, si ha accesso anche ad una serie di sconti sui videogiochi presenti nel catalogo ed il motivo – quanto meno a me – è palese: se il videogioco a cui stai giocando ti piace e sta per lasciare il catalogo, acquistalo ora che è in sconto.

Se un publisher non paga, è certamente colpa di Microsoft

Tecnicamente potrei anche chiuderla qui, ma “scavicchiando” sono incappato in una news di qualche tempo fa, titolata “Xbox Game Pass nuoce ai ricavi: ‘Square Enix non ci ha ancora pagato’”. Inutile dire che il titolo dà tutta l’impressione che People Can Fly non sia stata pagata a causa della presenza di Outriders nel Game Pass dal lancio, peccato che l’autore, Francesco Bellacicco, si contraddice nel testo stesso del suo articolo dove scrive “Stando a quanto affermato dal team, questo non è avvenuto a causa di «partnership con servizi di distribuzione che offrono Outriders all’interno del loro catalogo», con un riferimento evidente a Xbox Game Pass, dove il gioco è arrivato al day one”.

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Due pesi, due misure

Alla luce di questi articoli, non vedo come SpazioGames si possa ritenere una testata super partes. 
Il servizio Game Pass, anche in base alle proprie esigenze, ha i suoi pregi e difetti, ma predisporre una linea editoriale intenta a “screditarlo” solo per gettare spazio a quello che sarà il diretto competitor lo trovo abbastanza pessimo da chi si ritiene un “esperto del settore”. Giunto a questo punto, mi aspetto che prossimamente da SpazioGames si passi a SpazioPlayStation, tanto il portale produce da sé più notizie su The Last of Us che altro (pizzico di ironia).

Tolta la battuta, non mi aspetto alcun cambiamento di rotta. Se SpazioGames sta continuando su questa via, semplicemente vuol dire che gli importa veramente poco di coprire il medium a 360° oppure, non avendo la possibilità di coprire il “territorio” Microsoft, preferisce semplicemente passarci sopra ponendo sul piedistallo Sony.

Modifica del 09/04/2022
Scritto da Giuseppe Titanio, se foste stanchi di queste testate che si dilettano nel proporre “materiale” di dubbia qualità (e utilità), potreste fare un pensierino al pezzo “Annoiato da Spaziogames, Multiplayer.it o Everyeye? Ecco 5 alternative valide”.


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