Nelle prossime settimane ho intenzione di dare spazio ad un videogioco, appartenente ad una categoria di FPS che mancava da molto tempo all’interno del panorama videoludico: Ground Branch.
Dalla fine degli anni ’90 fino al termine degli anni ’10 del 2000, Ubisoft aveva tra le mani quelli che potevano essere considerati il “meglio del meglio” per quanto concerne gli FPS di stampo tattico, sto ovviamente parlando delle due serie Ghost Recon e Rainbow Six.
Col passare degli anni, entrambe le serie, hanno cominciato ad evolversi.
Una piccola parentesi
Ghost Recon, pur mantenendo i dogmi alla base della sua serie, coi due Advanced Warfighter è divenuto semplicemente più accessibile. L’importanza degli ordini e gli scenari ampi hanno continuato ad essere presenti. Anche la gestione della propria squadra fu migliorata, partendo dalla personalizzazione dell’equipaggiamento, fino agli ordini impartibili.
Il tutto fu stravolto con Future Soldier, dove la personalizzazione del proprio armamentario subì un’evoluzione ancora oggi invidiabile — almeno per certi aspetti — mentre la parte relativa alla tattica venne quasi del tutto soppiantata in favore ad un gameplay più frenetico. L’unico fattore ad essere immutato, era l’atmosfera tipicamente “Tom Clancyana“. Questo fino a quando non venne presentato Ghost Recon Wildlands, con un’impostazione totalmente differente rispetto ai precedenti capitoli: open-world, livelli su livelli, missioni secondarie a palate, una IA con degli ordini da impartire abbastanza mediocri, orientato praticamente alla cooperativa online.
D’altro canto, la serie Raibow Six, con l’uscita del capitolo Vegas nel 2006, è quella mutata maggiormente.
La gestione di più squadre venne completamente rimossa, così come lo studio dello scenario. Il tutto in favore di un gameplay più lineare. Sia chiaro, la parte tattica era ancora presente, ma fu rivoluzionata e — potremmo dire — ridimensionata.
Durante il corso della campagna singleplayer, nei panni di un caposquadra, si aveva il compito di impartire alcuni ordini base, come: il dirigersi in una determinata posizione, decidere che tipo di irruzione effettuare, quali bersagli avevano una maggior priorità, se ingaggiare il nemico a vista oppure agire silenziosamente.
Così fu anche per Vegas 2 uscito dopo circa 2 anni. Nel 2011 venne annunciato Raimbow Six Patriots, che aveva tutte le carte per portare il brand ad un nuovo livello, ma vuoi per l’importanza che stava assumendo il multiplayer o per altro, Ubisoft cestinò il tutto, presentando quello che ad oggi conosciamo tutti come Rainbow Six Siege.
Cos’è Ground Branch e cosa ci aspetta?
Dal ex Lead Artist di Red Storm Entertainment, John Sonedecker, arriva Ground Branch col suo studio BlackFoot Studios, che si propone l’obiettivo di riportare in auge il genere FPS Tattico visto tra la fine degli anni ’90 e dei primi anni del 2000 — non è un caso che giocandolo, tornino alla mente i primi Rainbow Six. Sonedecker è affiancato da:
- Kris Rigby nel ruolo di Lead Programmer, entrato nella scena delle mod per Dirty, Action Half-Life, ManDown ed altri, tra gli anni ’90 e 2000;
- Glauco “Scopey” Costa nel ruolo di Brand Manager e 2D Artist. Da giocatore “hard core” di Ghost Recon Online, ora assunto in BlackFoot Studios dove si occupa dell’identità visiva, del marketing e del copywriting;
- Mikolaj “Mikson” Lawinski è laureato in Sound Engineering ed è un appassionato di Rainbow Six, all’interno del team lui cura proprio l’aspetto audio.
Il gioco è disponibile su Steam in Accesso Anticipato dal 2018 e attualmente si trova in fase Pre-Alpha, ma viene costantemente aggiornato.
Nella build attuale si può giocare da soli grazie alla modalità Lone Wolf, dove si potrà scegliere tra due specifiche missioni:
- in Intel Retrieval si dovranno cercare gli obiettivi designati;
- in Terrorist Hunt si dovranno eliminare tutti i terroristi presenti nella mappa.
Ovviamente non è finita qui, il gioco propone 9 differenti mappe, una personalizzazione nell’equipaggiamento che ricorda quanto visto in Future Soldier, un multiplayer con all’interno alcune vecchie modalità presenti nei due Vegas ed anche in Siege, ma di tutto questo ne parleremo in futuro, quindi continuate a seguirci!
All’interno del sito ufficiale è disponibile anche un’infografica con le funzioni in programma, in lavorazione o di priorità.
Prossimamente arriverà anche una campagna singleplayer, con tanto di diramazione narrativa in base alle scelte fatte durante le varie missioni proposte all’interno di un’interfaccia specifica.
Come potete vedere, sono tante le funzionalità a cui BlackFoot sta lavorando, passando da una Salute Realistica (e non rigenerativa) e Danni Localizzati (che inficeranno sulla camminata se colpiti ad una gamba o sulla precisione se colpiti al braccio) fino ad arrivare al supporto per le Mod.
Inoltre, il team di sviluppo ha pubblicato una roadmap estremamente chiara nella piattaforma Trello, con tutte le caratteristiche che verranno introdotte a breve o che sono in programma!
GROUND BRANCH | Early Access Launch Trailer (Aug 2018)
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