TGA 2022 Sono una Vergogna per il Videogioco

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Mancano veramente pochissimi giorni alla premiazione più pomposa dell’intero anno, dove le testate più rinomate dell’intero panorama videoludico si radunano ed apprestano ad elargire importanti premiazioni ai videogiochi più meritevoli, rilasciati nel corso del 2022.

Le nomination sono state divulgate poche settimane orsono ed hanno dipinto uno scenario abbastanza chiaro, sia sulla situazione un poco caotica inerente il “sottobosco” delle produzioni indipendenti, dove ormai son presenti publisher di una certa fama come Devolver Digital ed Annapurna Interactive, e quella relativa le categorie, dove alcune danno l’impressione di esser state concepite un po’ per pietà e (molte) altre che invece strizzano un po’ troppo l’occhio al panorama della cinematografia, riflettendo di pari passo l’onda di mera ignoranza che sta sommergendo i social e l’intero settore.

Perché sì, siamo onesti, i The Game Awards non sono altro che degli Oscar, ma mal pensati per coprire realmente il ruolo che tecnicamente ci si aspetterebbe.

Elden Ring GOTY TGA 2022

Le nomination, anche questo anno, sono relativamente generiche, partendo dal sempre più irrilevante Game of the Year dove sono presenti ben cinque sequel che percorrono i passi dei loro predecessori ed una nuova IP di uno studio indipendente, i sempre più confusi Best Sim/Strategy o Best Sports/Racing, non ci sarebbe neanche il bisogno di menzionare il Best Action Game dove si scontrano Call of Duty, Bayonetta 3 e Sifu. Però, laddove non vengono concessi sufficienti spazi per separare i titoli di corsa dagli altri sportivi, laddove vengono inseriti insieme strategici e simulativi, trovano il loro spazio delle nomination insensate come Best Performance, Best Adaptation e Content Creator of the Year, eppure si sono apparentemente dimenticati di menzionare ruoli cardine come quelli ricoperti dai game designer, che generalmente si occupano “semplicemente” di fornire dei mondi o livelli di gioco, per non parlare di coloro che creano e curano i sistemi di combattimento o di guida, ancor di più i designer delle missioni principali e secondarie senza i quali i GDR sarebbero estremamente più scarni.

La “facciata” agghindata dalle performance vs i veri protagonisti

Questo “schema” si riflette pedissequamente all’interno dell’industria dell’informazione, che fin troppe poche volte si spreca dal mettere sotto i riflettori persone come Ryota Suzuki che ha curato i sistemi di combattimento per Dragon’s Dogma e Devil May Cry 5 prima di unirsi a Square Enix ed alla Creative Business Unit III nello sviluppo di Final Fantasy XVI, un po’ come accaduto anche per il team di Final Fantasy VII Remake dove è stato reclutato Teruki Endo, Lead Game Designer di Monster Hunter World.
Pertanto, non avrebbe guastato molto se all’interno di questa edizione avessero fatto la comparsa alcuni nomi come il Lead Game Designer di Sifu Jordan Layani, il Design Director Jason McDonald di God of War Ragnarok che ha sostituito Derek Daniels (altra figura storica per la serie God of War e non solo) o Yosuke Kayugawa Level Design Director di Elden Ring. Di nomi importanti, ce ne sono, perché dietro a quei semplici nomi molto v’è anche una storia.

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Vi basti sapere che Derek Daniels è stato Lead Game Designer del buon Prototype oltre che di vari capitoli videoludici di Spider-Man, così come per Jordan Layani che è stato Game Designers del primo capitolo di Watch Dogs e Ghost Recon: Future Soldier. Potrei anche continuare, facendo i nomi di alcuni veterani di God of War e che hanno curato delle parti di Star Wars Jedi: Fallen Order, come Jason de Heras per il sistema di combattimento, Jeff Magers per il level design e Stig Asmussen alla direzione del team.

Ritornando alla gestione in sé delle nomination, è impossibile scorgere una certa confusione da parte di Geoff Keighley e compagni, presentando categorie come Best Sim/Strategy inserendo all’interno sia titoli strategici che simulativi (Dune: Spice Wars e Two Point: Hospital insieme?), quando de facto propongono esperienze ben contrapposte, tarpando le ali a ben altre produzioni a cui la visibilità offerta dalla TGA potrebbero solo che giovare.

BAYONETTA 3 TGA 2022

Scenario non proprio dissimile per l’assenza della categoria Best Shooter, nella quale troverebbero dimora svariate produzioni indipendenti che negli ultimi tempi stanno esordendo nel panorama del PC Gaming, dove Call of Duty e Battlefield potrebbero avere una maggior concorrenza, rispetto alla categoria più attuale dove risultano fuori posto: la Best Action Game.

Discorso analogo lo si potrebbe fare per Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge, presente nella categoria Best Action Game, con Sifu, Bayonetta 3, Call of Duty: Modern Warfare II e Neon White, ma assente in quella dei Best Fighting, dove figura lo stesso Sifu.

Poi ecco la categoria Best Sports/Racing che vede lo scontro tra videogiochi che vedono ben pochi punti in comune tra FIFA 23, NBA 2K23 e F1 2022, Gran Turismo 7, mentre è bizzarra la presenza del videogioco dello studio Roll7, pubblicato da Private Division (Take-Two/2k), OlliOlli World.

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Bayonetta 3 che ha preso voti altissimi non si sa per quale motivo non è presente nella categoria GOTY, ma al suo posto troviamo Xenoblade Chronicles 3 a caso.

Io qualche domanda me la farei.

Quindi cosa rimane?

Se la The Game Awards “fallisce” in termini di premiazioni, in teoria rimangono gli annunci, con quell’ostentazione del “World Premiere” anche per un non nulla, che sia un teaser di 20 secondi per una nuova IP o di un nuovo contenuto presentato poco tempo prima.

Di certo, considerando la platea che attira, risulta essere un’eccellente vetrina soprattutto per le nuove produzioni ad alto o basso budget, che però avranno una finestra d’uscita così lontana da finire nel dimenticatoio (o quasi), un po’ come Fable o Marvel’s Spider-Man 2, o che non vedranno mai la luce come Deep Down di Capcom oppure In The Valley of Gods di Campo Santo. All’atto pratico, ne consegue una celebrazione per “sognatori”, da seguire in compagnia di qualche amico per passare del tempo con spensieratezza, infuriandosi per delle premiazioni che potrebbero far storcere il naso od esaltandosi per dei videogiochi che forse non vedranno mai la luce del Sole.

Live dedicata ai TGA 2022

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Luca Maiolini

Gli FPS a stampo militare erano il mio pane quotidiano e gli RTS facevano da contorno, Brothers in Arms ed Imperivm erano il mio chiodo fisso. Poi, venne il giorno in cui abbracciai PlayStation 3 e mi collegai alla rete, così una valanga di videogiochi mi piombarono addosso! Ad oggi mi ritrovo a giocare un po' di tutto, dai titoli Platinumgames fino ai JRPG di casa Square Enix.

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