Indie for Racial Justice and Equality #1 – A Short Hike

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Come in molti ricorderanno, qualche mese fa, il principale sito dedicato ai videogiochi indie Itch.io si è reso protagonista di una bellissima iniziativa. Alla luce delle varie manifestazioni di protesta che si sono verificate e che ancora oggi si verificano su tutto il suolo americano infatti, il sito ha creato un bundle il cui ricavato sarebbe interamente andato alla NAACP Legal Defense and Educational Fund e al National Bail Fund Network, organizzazioni non-profit che lottano contro le ingiustizie razziali negli Stati Uniti. In poco tempo, centinaia di sviluppatori si sono uniti alla causa aggiungendo al bundle i loro progetti, fino a raggiungere un totale 1741 giochi e tool per 1391 creators.

Con questo primo articolo di una lunga (si spera) serie, ciò che tenteremo di fare sarà esplorare questo sconfinato catalogo pieno di progetti interessanti, cercando i titoli più inaspettati, e passando anche eventualmente per quelli che godono di fama maggiore. Primo gioco di cui si parlerà, già lo avete capito dal titolo dell’articolo: A Short Hike.

In un mondo popolato da animali antropomorfi, vestiamo i panni di Claire, un giovane uccello portato in vacanza dalla zia May a Hawk Peak Provincial Park, dove quest’ultima lavora come ranger. La mattina del nostro arrivo, usciamo di casa per scoprire che non c’è segnale per il cellulare: zia May ci dirà quindi che, raggiungendo la cima della montagna, dovremmo trovare il segnale. Sarà quindi questo il nostro unico e solo obbiettivo della giornata: raggiungere la cima di Hawk Peak. Il bello, però, è che molto probabilmente vi perderete a fare altro.

Il gameplay è molto semplice, ma estremamente funzionale: si può saltare, planare e scalare le pareti; ci sono inoltre delle piume dorate da raccogliere che fungono da barra della stamina, e che ci serviranno quindi a scalare pareti più alte o a volare più in alto con i salti. Questo sistema molto semplice darà la possibilità a noi giocatori di esplorare liberamente l’intera mappa, così da poter raggiungere il nostro obbiettivo con l’approccio che più ci aggrada.

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Ma appunto, come ho già detto prima, non sarà il nostro obbiettivo a tenerci occupati. In realtà il gioco ci offre subito la strada per procedere verso di esso, indicandoci con dei cartelli la direzione da intraprendere. Ma, al primo bivio, non appena vediamo il nome di un’altra zona, la domanda sorge spontanea: “Che fai, non la esplori la mappa?”. Flash forward a 10 minuti dopo: abbiamo totalmente perso la strada principale, e stiamo facendo di tutto tranne che raggiungere la cima di Hawk Peak.

Che sia pescare, giocare a beachstickball, girare in barca, gareggiare contro gli altri, scoprire tesori, cercare oro, comprare cappelli o semplicemente visitare le varie zone del parco, saremo totalmente immersi in quella piccola realtà, a fare conoscenza con i vari personaggi che popolano il parco di Hawk Peak e a interagire con loro, o semplicemente a divertirsi con tutte le attività secondarie che ci vengono offerte, in una mappa in cui la verticalità la fa da padrone.

Quando invece, dopo diverse ore passate tra panorami, spiagge e foreste, raggiungeremo finalmente il picco più alto di Hawk Peak, in quel momento A Short Hike ci sorprenderà. Raggiunta la sommità, Claire si fermerà a contemplare la bellezza che la circonda, dimenticandosi momentaneamente del motivo per cui era arrivata fin lì. Almeno, finché non squilla il cellulare: a questo punto Claire chiamerà sua madre, e dalla loro conversazione scopriremo che quest’ultima ha mandato sua figlia in vacanza perché doveva sottoporsi a un’operazione in ospedale, e voleva tenerglielo nascosto per non farla preoccupare. Insomma, roba tosta: quello che inizialmente poteva sembrare uno stereotipato capriccio adolescenziale, si rivela essere un momento toccante di confronto tra madre e figlia.

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Alla fine della conversazione la madre dirà quindi a Claire di tornare da zia May, per non farla preoccupare, e così faremo: buttandoci da quella sommità voleremo ripercorrendo tutti nostri passi, finché non torneremo a casa, racconteremo a zia May delle attività che abbiamo svolto in quella giornata, e, esausti, andremo semplicemente a dormire.

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