Marvel’s Guardians of the Galaxy: chiacchiere a suon di anni ’80 – Rensione

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Dopo quel insuccesso targato Marvel’s Avengers, dietro a Marvel’s Guardians of the Galaxy s’era creato un alone di scetticismo, nonostante quest’ultimo si fosse presentato come un “classico” action-adventure singleplayer, con tanto di dialoghi con scelta multipla per fare in modo che il giocatore possa governare a proprio piacimento determinati avvenimenti ed accrescere, di conseguenza, la fiducia tra i compagni.

All’uscita del videogioco la verità è stata svelata: per la critica ed utenza Guardians of the Galaxy è un videogioco più che valido, guadagnandosi un suo seguito, slegandosi dall’onta di critica che gravita attorno al “cugino multiplayer”.

Possono competere con Deadpool 

Con un pizzico di ritardo sulla tabella di marcia, ma aiutandomi col Xbox Game Pass, ho finalmente deciso di dedicarmici un po’, scoprendo che i Guardiani in questa particolare produzione, sono dei chiacchieroni in grado di poter competere col leggendario mercenario chiacchierone Deadpool – con la ovvia differenza che lui parla tra sé e sé, e sé. Difatti fin dal primo istante, si viene letteralmente bombardati da dialoghi su dialoghi, in un mix di discussioni, frecciatine e quant’altro, risultando quasi alienante.  

Nonostante il ritardo, ho potuto comunque giocarlo e rivalutarlo grazie al Xbox Game Pass, che continua ad essere un importante svolta per l’utenza che può continuare a scoprire prodotti che di primo acchito potrebbero non ispirare e/o spronare ad un acquisto. A tal proposito, vi lascio una piccola dichiarazione di Mary DeMarle:

Ciò che amo in questo momento, è che le persone, in particolare col Game Pass, stanno giocando e condividendo la propria esperienza.
Realizziamo videogiochi per toccare le persone, per colpire il pubblico. È fantastico che stia riuscendo a trovare il suo pubblico ed è fantastico che continui ad andare avanti.

Mary DeMarle, narrative director, intervistata da Eurogamer.net

A discapito di quanto ci si possa sentire in confusione, c’è da dire che è stato svolto un incredibile lavoro di caratterizzazione, soprattutto considerando che il videogioco non ha nulla a che vedere con la controparte filmica facente parte del Marvel Cinematic Universe

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I Guardiani della Galassia si trovano catapultati in una zona di quarantena per scovare e catturare un “mostro” da consegnare a Lady Hellbender. Nel tentativo, un’entità sconosciuta prende il sopravvento e “annienta” l’obiettivo dei Guardiani, che a loro volta vengono catturati ed arrestati dalla Nova Corpse. Peter Quill, il leader del gruppo, giunge ad un accordo con Ko-Rel: i Guardiani della Galassia verranno rilasciati, ma dovranno pagare una multa di 7.000 Unità. 
Da qui, senza troppi spoiler, i protagonisti si ritrovano a vivere una serie di eventi che li porterà a dover salvare (di nuovo) l’intera galassia da una seria minaccia che sfrutta l’energia scaturita dalla Fede. 

La caratterizzazione va a braccetto con un’evoluzione dei personaggi decisamente ben curata, da un Peter Quill che prende atto di essere il leader e per tanto deve farsi forza nel prendere decisioni, sia importanti che meno; Rocket che inizia a dare fiducia al prossimo sedando quel suo lato cinico ed egoistico, per certi versi non tanto dissimile da Drax che sembra “vivere” in un mondo tutto suo per poi far emergere un lato profondo che non ci si aspetta; Gamora, riconosciuta da tutti come un’assassina spietata, cela un passato composto di disperazione e depressione; infine v’è Groot che… “Io sono Groot”.

Un gameplay classico, ma che tutt’oggi funziona ancora bene 

Nel ritrovarsi a dover pagare una salata multa e successivamente a salvare la Galassia, i Guardiani verranno sballottolati letteralmente di sistema in sistema, cercando soluzioni non proprio lusinghiere per i loro scopi – come ad esempio truffare la temibile e furiosa Lady Hellbender – in un susseguirsi di scontri con scenari estremamente lineari dallo stampo estremamente classico, ma al tempo stesso soddisfacenti per il finale ultimo dell’intera produzione, quello di proporre una narrazione lineare, dal carattere sì cinematografico, ma che non rinuncia dal proporre un videogioco da giocare. 

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In breve Guardian of the Galaxy si presenta come un action-adventure lineare, con nemici da eliminare in delle classiche arene prima di procedere oltre, in alcuni casi ci si dovrà fare semplicemente strada nei vari “corridoi”; di tanto intanto, a sbarrare la strada ci penserà una sorta di mini-boss, con poteri ed abilità differenti rispetto ai più classici nemici.  
I compagni, sono gestiti prevalentemente dalla IA, mentre il giocatore avrà il compito di attivare delle abilità che possono essere sbloccate col progredire dell’avventura mediante gli appositi punti.

Inoltre sono presenti alcune sessioni dove si dovrà pilotare la Milano, in delle sequenze fin troppo grezze e che difficilmente riescono a rimanere in presse, se non per alcuni determinati momenti dettati dalla serie di eventi che si verificano. Anche lo shooting risulta appena sufficiente, ma considerando che si tratta di sporadiche sessioni, il tutto non inficia minimamente sull’esperienza complessiva. 

Ho rivalutato Marvel’s Guardians of the Galaxy grazie al Xbox Game Pass 

Tutto sommato, a discapito di quanto si potesse immaginare, Guardian of the Galaxy è un videogioco che pone rimedio ad alcuni difetti presenti in Marvel’s Avengers, passando dalla rimozione di una cooperativa non necessaria per concentrarsi completamente sul singleplayer, al comparto grafico che regala diversi scorci veramente ben realizzati nonostante alcuni alti e bassi, un sistema di combattimento completamente funzionante, una narrazione lineare che procede con calma raggiungendo l’apice con efficacia, il tutto contornato da una colonna sonora composta da grandi successi degli anni ‘80. Sorprendentemente, si rivela essere anche ben ottimizzato, girando degnamente con una configurazione non proprio al passo coi tempi.

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Ovviamente non è tutto oro. Il videogioco ha alcuni difetti come un doppiaggio italiano non proprio curatissimo, difatti ci sono alcuni errori di mixaggio dove d’un tratto v’è un innalzamento del volume di un singolo personaggio che va a compromettere la godibilità di una scena e sono immancabili alcuni episodi di “fuori-sync” dove la voce non segue i tempi del labiale – in alcuni casi, ho notato che al buon Groot mancano alcune tracce audio, che può danneggiare l’immersione narrativa, ma fortunatamente ci si perderà soltanto il suo tipico “Io sono Groot”. Anche il comparto grafico, nonostante alcune migliorie apportate da Marvel’s Avengers, ha delle storture: compenetrazioni e glitch di varia natura non mancheranno praticamente mai. 

Però in fin dei conti, l’avventura dei Guardiani è confezionata in un prodotto che fa il suo dovere: intrattiene e diverte con un gameplay semplice; appassiona coi suoi personaggi e la storia; è tutto sommato piacevole da vedere; è fantastica da ascoltare grazie alla sua fantastica colonna sonora.

Consigliato

Pregi

  • Gameplay semplice, ma che intrattiene
  • Storia e personaggi in grado di tenere incollati allo schermo
  • Colonna sonora eccelsa

Difetti

  • Glitch grafici che colpiscono anche le animazioni
  • Doppiaggio italiano tra alti e bassi

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Luca Maiolini

Gli FPS a stampo militare erano il mio pane quotidiano e gli RTS facevano da contorno, Brothers in Arms ed Imperivm erano il mio chiodo fisso. Poi, venne il giorno in cui abbracciai PlayStation 3 e mi collegai alla rete, così una valanga di videogiochi mi piombarono addosso! Ad oggi mi ritrovo a giocare un po' di tutto, dai titoli Platinumgames fino ai JRPG di casa Square Enix.

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