Full Spectrum Warrior, una piccola finestra sul passato

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In passato il mio approccio ai videogiochi si basava, principalmente, sullo scegliere quelle produzioni che si focalizzavano su un particolare aspetto: la guerra, come la serie sparatutto di Ghost Recon o tutte quelle produzioni, che potremmo definire — senza accezione negativa — “minori”, come lo strategico Joint Task Force. E, guarda caso, il periodo che va dai primi anni del 2000 fino al 2010 è risultato estremamente prolifico grazia alla miriade di sparatutto, strategici e “tattici” pubblicati dai più grandi e piccoli publisher del periodo.

Uno di quei titoli che più mi è rimasto impresso nella mente è il particolare Full Spectrum Warrior, pubblicato da THQ nel 2004 e sviluppato da Pandemic Studios, creato da Laralyn McWilliams.
La peculiarità di questo titolo risiede nel suo essere uno sparatutto tattico in terza persona dove, all’atto pratico, non si spara neanche un colpo. Difatti il compito del giocatore sta nel impartire i giusti ordini alle due squadre (talvolta tre) che si trova a gestire, riuscendo a progredire all’interno degli 11 scenari proposti, più l’epilogo diviso in due.

Nonostante un gameplay estremamente unico, nel complesso il titolo risulta abbastanza monotono. Nelle sue diverse ore di gioco offerte non ci sono meccaniche in grado di tenere incollato il giocatore, difatti sarà possibile comprenderle e padroneggiarle tutte all’interno del tutorial.
Queste “meccaniche” vanno dalla gestione della copertura al tenere immobilizzati i nemici con un fuoco di soppressione mentre l’altra squadra si appresta all’aggiramento, agli spostamenti di coppia dividendo sul momento una singola squadra fino all’utilizzo di lanciagranate, granate e fumogeni.

Dove la qualità tecnica fallisce, ci pensa il “realismo” a mettervi una pezza

Ciò che però mi ha tenuto incollato al gioco e che potrebbe tenere incollati anche voi, nonostante la monotonia, è tutto ciò che vi gira attorno. Sebbene la componente tattica risulta estremamente intrattenente, nonostante alcune storture di natura prettamente tecnica che vedono hitbox mal calibrate oppure una IA delle volte deficitaria — vedere i propri soldati non riuscire a colpire un bersaglio scoperto, o parzialmente scoperto, non è proprio esaltante, sia per l’epoca che per oggi —, l’atmosfera realistica grazie alla presenza di costanti rapporti col comando assieme alle comunicazioni generali tra i soldati, dona un’importante marcia in più al titolo, aumentandone di molto l’immersione.

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Su PC non supporta il formato 16:9, difatti per goderne a pieno si deve sfruttare una risoluzione apposita — 1680×1050 sembra non essere male — oppure settare il proprio monitor (o TV) in 4:3. Mentre, a giudicare dagli screenshot disponibili nello store, pare che su Xbox non vi siano problemi di sorta.

Il realismo lo si può trovare nel modo in cui i soldati si muovono di copertura in copertura o quando scorgono gli angoli per scovare nemici, si percepisce anche quando un proprio compagno viene colpito malamente, dovendolo trasportarlo in spalla fino al medico, causando un rallentamento dell’intera squadra con tanto di un ulteriore soldato in meno che si occupa del ferito.

Il pretesto narrativo è uno dei più classici utilizzati in quel periodo, che ha la sola intenzione di fornire un contesto credibile ove il giocatore può immedesimarsi. L’obiettivo principale non è sempre lo stesso, in alcuni scenari si ha il compito di rendere sicura una specifica area per consentire il libero passaggio ad un corazzato leggero (oppure al camion che trasporta rifornimenti), in altri non si fa altro che liberare determinate zone e via discorrendo.

Una speranza per il futuro?

Siamo nel 2021, e dopo un sequel non entusiasmante intitolato Ten Hammers rilasciato nel 2006, della serie non si è saputo più nulla, così come per questo tipo di gameplay. Riflettendoci su, non sarebbe male vedere uno spin-off di XCOM con questo stile di gioco oppure un titolo che tenti di riproporre una simulazione militare, però con quell’impronta da XCOM con possibilità di poter personalizzare le proprie squadre e gestire il proprio distaccamento.

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Ok, sto viaggiando con la fantasia, ne sono consapevole, ma poter metter mano ad un titolo di questo genere e con le tecnologie di oggi, sarebbe senz’altro entusiasmante. Hey! Sviluppatore che stai leggendo, citami se decidi di realizzare qualcosa con questa mia idea! Okok. La finisco.

Full Spectrum Warrior Xbox Trailer – E3 2004 Trailer

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Luca Maiolini

Gli FPS a stampo militare erano il mio pane quotidiano e gli RTS facevano da contorno, Brothers in Arms ed Imperivm erano il mio chiodo fisso. Poi, venne il giorno in cui abbracciai PlayStation 3 e mi collegai alla rete, così una valanga di videogiochi mi piombarono addosso! Ad oggi mi ritrovo a giocare un po' di tutto, dai titoli Platinumgames fino ai JRPG di casa Square Enix.

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