Yarntown, il tributo in pixel-art a Bloodborne

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Max Mraz, giovane sviluppatore Indie, ha rilasciato negli scorsi giorni Yarntown, scaricabile gratuitamente da questo link, un Zeldalike in pixel-art basato su quel capolavoro di From Software che è Bloodborne, considerato una delle migliori esclusive nel parco di PlayStation 4.

Yarntown è una demo completabile in meno di un’ora, in cui potremo rivivere il sogno del cacciatore in quel di Yharnam, l’area iniziale di Bloodborne, dove incontreremo alcuni nemici. Tra questi, oltre ai nemici normali quali Huntsman, Brick Troll, Rabid Dogs e Large Huntsman, sono presenti anche i primi due boss del gioco: il Chierico Belva e Padre Gascoigne.

Le prime impressioni

Non appena si inizia a giocare, si inizia a sentire nostalgia dell’opera di From Software, dato che il livello dei dettagli, a partire dall’hub principale, è disarmante: tutto è stato ricreato fedelmente, dalla collocazione dei fiori agli NPC. Ovviamente qualcosa è cambiato, dato che non si potrà esplorare la casa dov’era solita trovarsi l’officina, oppure l’area in cui si inizierà non sarà la Clinica di Yosefka, bensì direttamente Yharnam Centrale. Ciò ovviamente non va a costituire alcuna critica, dato che si tratta di una demo e il livello di cure e dettagli è molto alto.

Zelda-like o Souls-like?

Da giocatori appassionati di Souls-like, che hanno giocato tutti i titoli di From Software, se ci avessero detto che sarebbe nato un progetto con a base Bloodborne, ma con lo stile dei vecchi Zelda, sono sicuro avremmo un po’ storto il naso. Il genere dei Souls-like è unico, utilizzabile solo nella maniera classica, e non credevamo possibile una fusione tra due generi che, prima di ora, pensavamo fossero incompatibili.

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Ebbene, dobbiamo ricrederci. Yarntown fonde alla perfezione questi due generi creando un connubio perfetto: allo stile steampunk-gotico di Bloodborne si uniscono quegli elementi tipici degli Zelda, quali la visuale a volo d’uccello e lo stile in pixel-art. Ciò che ne viene fuori è un mondo sì gotico ma dalle tinte quasi cartoonesche, come se ne vedono moltissime oggi tra i giochi Indie, per esempio con Hollow Knight.

Difficoltà: è come l’originale?

Il livello di sfida dei Souls-like è da sempre il punto cardine del genere, in cui non si prosegue semplicemente andando dritto sperando di arrivare subito dal boss e poi batterlo, magari al primo tentativo. In questo genere, e ne abbiamo ampiamente parlato nella nostra guida, la sconfitta e la morte ci accompagneranno per tutto il tempo della nostra partita, palesandosi immediatamente al primo passo falso.

A questo punto la domanda è: Yarntown è difficile come Bloodborne et similia? La risposta è . La difficoltà di questa demo non è rappresentata dai boss, né tantomeno dai nemici, bensì da alcune limitazione della demo stessa. Nel gioco originale, grazie alla grafica tridimensionale, è possibile muoversi a proprio piacimento all’interno dell’area di gioco. In Yarntown questo non è propriamente possibile: certi movimenti sono bloccati o limitati, come la capriola in diagonale, che sarebbe stata assai utile per evitare gli attacchi nemici, oppure lo sparo della pistola, che diventa quasi inutile data l’assenza dei parry.

In generale, i nemici normali verranno battuti con 3 colpi, i Troll con 5/6 e i boss con ovviamente molti più colpi, fino all’esaurimento della loro barra della vita. Se batterli è facile, altrettanto facile non è schivare i loro colpi, almeno per quanto riguarda i nemici normali: essendo dotati di armi più lunghe, saranno capaci di colpire la nostra hitbox più facilmente rispetto a noi, che invece dovremo avvicinarci per colpirli, a meno che non si usi la pistola (pur facendo attenzione a non finire i proiettili).

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I nemici più grossi, come i Troll e i Large Huntman, sono più facili da schivare in quanto impiegheranno qualche istante prima colpirvi, dandovi il tempo di assestare qualche colpo oppure di scivolargli alle spalle e attaccarlo da dietro.

Boss, il Chierico Belva è ancora una trappola per nabbi?

Parlando dei boss, come scritto già sopra, sono presenti il boss opzionale Chierico Belva e quello principale rappresentato da Padre Gascoigne. La difficoltà dei boss varia in base al nostro approccio: per quanto riguarda il Chierico Belva, da sempre considerato una trappola per nabbi, in quanto è il primo boss affrontabile e quindi quasi sempre sottovalutato, l’approccio sconsigliato è quello di posizionarsi davanti a lui e attaccarlo, dato che con un colpo ci leverà 1/3 di vita.

L’opzione migliore è quella di posizionarsi sotto di lui, schivare il suo attacco e colpirlo alle spalle ripetutamente finché non si gira. In questo modo, l’incubo che ha terrorizzato molti giocatori verrà giù in men che non si dica. Purtroppo avremmo preferito un livello di sfida superiore almeno per questo boss, dato che lo scontro con il secondo è molto più vivace e movimentato.

Boss, Padre Gascoigne e la solita strategia

Se il Chierico Belva è stato una passeggiata, altrettanto non si può dire per Padre Gascoigne. Come nell’originale, il boss inizierà a muoversi verso di noi attaccandoci sia con l’ascia che, a distanza, con la pistola, e come nell’originale con 3 colpi si rischia di morire. Sebbene la difficoltà sia di gran lunga superiore rispetto a quella del Chierico Belva, capito il suo moveset diventa molto facile da schivare.

La strategia da noi usata consiste nel mettere fra noi e il boss una lapide: basterà dirigersi immediatamente verso la destra dello schermo, aiutandosi con le capriole per fare prima, e far sì che sopra le lapidi resti Padre Gascoigne e sotto voi. A questo punto spostatevi a destra o sinistra facendo attenzione a non far venire il boss dal vostro lato, aspettate che finisca la sua combo, quindi attaccate cercando di colpirlo almeno tre volte, quindi nascondetevi nuovamente dietro le lapidi e ripetete.

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A facilitare la lotta col boss vi è l’assenza della sua trasformazione in bestia, che in Bloodborne aveva tanto fatto penare i giocatori. Dopo aver ripetuto la strategia riportata sopra, riuscirete a battere padre Gascoigne in un attimo, arrivando a consumare nemmeno metà delle fiale di sangue. Usciti dall’area troveremo un simpatico NPC, che rappresenta lo stesso Max Mraz, ad annunciarci la fine della demo.

Conclusioni

Yarntown è sicuramente un gioco creato per amore verso l’opera originale, di cui ricopia fedelmente i luoghi e le atmosfere, mantenendo intatto il ricordo che avevamo di Yharnam senza che questo venga in alcun modo stravolto. Sebbene la difficoltà non sia in nessun modo paragonabile a Bloodborne, il livello di sfida rimane comunque di buon livello, e pure noi siamo morti diverse volte dopo aver sbagliato approccio con i nemici normali.


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