Durante la stesura della notizia, è stato commesso un errore. Lo sviluppatore ed il publisher sono stati invertiti erroneamente: Highwire Games si sta occupando dello sviluppo, mentre Victura è il publisher.
Ci scusiamo per l’errore.
Six Days in Fallujah è un FPS Bellico, che promette di narrare le vicende accadute a Fallujah durante l’assalto dell’esercito USA. In origine, il gioco era sviluppato dal team Atomic Games sotto Konami, ma a causa di alcune controversie generate proprio dai veterani e gruppi anti-guerra, fu cancellato nel 2009.
La seconda battaglia di Fallujah avvenne nel 2004 dopo che Al Qaeda prese il controllo di una delle città più importanti di Iraq. Battaglia che si rivelò essere il conflitto più duro per le forze occidentali dal 1968.
Si legge nel sito ufficiale
[…]
Lavorando assieme ai Soldati ed ai Marines che combatterono nella “Battaglia di Fallujah”, Victura e Highwire Games hanno speso tre anni per costruire tecnologie e meccaniche uniche che avvicineranno i giocatori alle incertezze e tattiche di combattimento moderne rispetto a quanto hanno esplorato altri videogame.
Highwire Games ha raccolto diversi documenti da parte di oltre 100 marines, soldati e civili iracheni che erano presenti durante la Seconda Battaglia di Fallujah: partendo dalle loro storie, le loro fotografie, video ed video-interviste. “Six Days in Fallujah propone di essere il più autentico sparatutto militare fino ad oggi e di raccontare queste storie di militari e civili con l’integrità che meritano”.
Six Days in Fallujah e le perplessità che gravitano attorno al progetto di Victura e Highwire Games
Il team Highwire Games ed il suo publisher Victura dovranno scontrarsi contro alcuni (sensati) pregiudizi, che tendono a dipingere l’esercito americano come “salvatore e sempre nel giusto”. Alcune perplessità sono state sollevate anche dallo sviluppatore Rami Ismail che in un tweet afferma di conoscere alcuni membri del team di sviluppo, ma nonostante ciò la sua preoccupazione di una possibile riscrittura storica è comunque presente.
Il timore di Rami, nasce dal fatto che l’esercito americano commise degli atti che violarono la convenzione di Ginevra, interrompendo l’approvvigionamento idrico, energetico ed alimentare della città (per un miglior approfondimento, vi consiglio di leggere l’articolo di “The Guardian”).
I know some of the folks behind this and in that regard I don’t necessarily hate this just yet, but I can’t help but worried about another pop-culture pro-USA rewriting of documented war crimes the US committed in that battle. Let’s hope my skepticism ends up being unnecessary.
— Rami Ismail (رامي) (@tha_rami) February 11, 2021
Nel mentre, l’analista Daniel Ahmad ha supposto che il gioco possa essere finanziato dal governo USA e che potrebbe essere utilizzato come mezzo di reclutamento, dal momento che il reclutamento dell’esercito americano ha registrato un minimo storico.
Però, nelle FAQ del sito web ufficiale del gioco, gli sviluppatori affermano che il governo degli Stati Uniti non ha finanziato il progetto, sottolineando che i marines, i soldati ed i civili hanno contribuito al progetto come privati cittadini e che il gioco è finanziato in modo indipendente. All’interno delle FAQ, si conferma che durante il corso della storia i giocatori interpreteranno diversi personaggi, dal momento che “molti paesi avevano delle forze in città, non tutte riconosciute pubblicamente. Inoltre, la campagna per giocatore singolo include alcune missioni stealth ad alta intensità in cui si gioca nel ruolo di un civile iracheno non armato”.
Infine, non solo domande a sfondo politico, ma anche etico: il team terrà conto dell’operato degli ex membri di Atomic Games? Praticamente è la domanda che si sta ponendo Jared Pemberton che al tempo lavorò con Atomic Games nel ruolo di Character Artist sull’originale Six Days in Fallujah.
Six Days in Fallujah: dove e quando uscirà
Il gioco è previsto per PlayStation 4 e PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X|S ed anche su PC.
L’uscita di Six Days in Fallujah è prevista per la fine del 2021.
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