I ragazzi di Densetsu Gaming Podcast nel loro 12° episodio, hanno parlato di alcuni episodi in cui il marketing si è rivelato essere non proprio “corretto” così ho deciso di riportarne alcuni per iscritto – includendo dei video esplicativi – prendendo ispirazione dal loro podcast.
Ascolta “12 – Le bugie, Menzogne e pugnalate dei videogiochi.” su Spreaker.Il Caso
Come accennato nel podcast, probabilmente Il Caso più eclatante degli ultimi anni fu quello di Killzone 2 per PlayStation 3.
All’epoca suscitò non poco caos, difatti viene ancora preso in considerazione quando si parla di quel marketing che, come principale scopo, ha quello di fomentare la massa, anche a costo di mentire spudoratamente.
Soltanto Ubisoft è riuscita (quasi) a far dimenticare il caso Killzone 2, coi sui Watch Dogs e The Division, a causa dei drastici downgrade generali.
Il marketing da Aliens: Colonial Marines, passando per The Witcher 3: Wild Hunt fino ad arrivare a Google Stadia
Se pensate che i casi di Sony ed Ubisoft siano insuperabili, lasciate che vi ricordi di Gearbox e Sega con Aliens: Colonial Marines.
Durante le fasi promozionali, Sega e Gearbox mostrarono un gioco completamente differente rispetto al risultato finale, le demo presentavano un titolo incredibilmente curato. Il prodotto arrivato sul mercato si rivelò essere completamente differente, con una IA scadente, un comparto grafico decisamente castrato e livelli completamente assenti, tanto che Polygon decise di imbastire una causa legale contro Sega e Gearbox.
Anche The Witcher 3: Wild Hunt non è scampato al downgrade, nonostante la qualità finale del prodotto sia estremamente elevata.
È indubbio quanto il gioco sia stato rimaneggiato prima della sua uscita, magari per non incappare in un The Witcher 2: Assassins of Kings v2.0 (i giocatori PC, capiranno benissimo a cosa mi riferisco, giusto?).
Un fatto ancor più recente riguarda Stadia, servizio di cloud gaming di Google, il quale doveva disporre di determinate funzioni, come la possibilità di poter giocare cliccando sul semplice banner posto sotto ai video YouTube.
Sfortunatamente, chi ha acquistato la Founder’s Edition si è ritrovato ad avere una sorta di “Accesso anticipato” del servizio, quasi fosse una Alpha o Beta.
Questo, per il momento, è tutto. Chissà che un giorno vi parleremo anche noi dei titoli che ci hanno delusi proprio a causa di una campagna marketing non proprio lecita.
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