INMOST, una storia di dolore e sofferenza

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INMOST è una storia commovente di lutto e speranza, con alcuni temi, tra cui la morte traumatica, che possono rievocare traumi emotivi. Il gioco è raccomandato alla discrezione del giocatore

Così esordisce INMOST

Sviluppato da Hidden Layer Games e pubblicato da Chucklefish, INMOST è un indie platform con una grande componente narrativa, nel quale dovremo ricoprire i panni di tre personaggi per superare i vari enigmi e arrivare alla fine del livello.

Ognuno dei tre personaggi ha uno stile di gioco diverso, e questi sono: un Cavaliere, dotato di spada e rampino, che dovrà uccidere le creature oscure e lucenti per assecondare il suo padrone; una Bambina, limitata nei movimenti data la sua bassa statura, che dovrà esplorare la sua casa per scoprire i segreti sulla propria famiglia; un Vagabondo, la cui agilità gli permette di compiere salti e di arrampicarsi, che intraprenderà un viaggio in cerca di risposte.

Il gioco ha uno stile grafico molto accattivante, il cui pixel-art ricorda tantissimo Octopath Traveller di Square Enix e Nintendo. L’atmosfera poi garantisce quella sensazione di inquietudine e malessere, e non di rado sembrerà di giocare un horror, anche se questo non è il suo genere principale. I temi trattati, infine, donano una maturità al prodotto che, prima di averlo giocato, non ci saremmo aspettati di ritrovare.

Tutto il gioco si basa sul dolore e su come fuggire da esso, anche se prima del finale non è così immediato da capire. Parlando dei tre protagonisti: la Bambina si trova alle prese con una famiglia difficile, in cui la madre sembra disinteressarsi completamente della figlia e il padre passa tutta la giornata al lavoro; il Vagabondo intraprende un viaggio alla ricerca di non si sa bene cosa, ma dai continui flashback si capisce che sta cercando di fuggire dal passato; il Cavaliere deve uccidere le creature oscure e prendere il loro dolore, da donare in seguito al Custode.

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Sebbene gli obiettivi dei tre siano diversi, il tema del dolore è sempre presente, rappresentando non solo il leitmotiv della storia, ma anche il suo filo conduttore. Al termine del gioco vi è una lunga spiegazione sulle vicende reali, che qui di seguito non riporteremo onde evitare spoiler, ma è sempre il dolore a fare capolino. Non importa quanto si provi a dimenticarlo o a far finta di non provarlo, alla fine questo sarà sempre presente, aumentando di giorno in giorno, finché non si arriverà a scoppiare.

INMOST è veramente un gioco pessimista?

Da un punto di vista esterno il gioco sembrerebbe pessimista e catastrofista, ma chi lo ha giocato, e consigliamo vivamente di farlo, sa che alla fine del tunnel c’è sempre una luce, capace di farci cambiare prospettiva e non vedere il male in chiunque, nemmeno in noi stessi.

INMOST è in realtà un gioco di speranza che guarda a un più felice futuro, e grazie al suo finale gli sviluppatori sono riusciti a mandare un messaggio che va oltre la finzione del videogioco e che si propone di trattare i temi profondi della vita reale: “non sei solo” è probabilmente la frase più bella che chiunque stia passando un periodo molto difficile possa sentire. La depressione, le delusioni e in generale il dolore possono essere sconfitti se si ha qualcuno accanto, se queste vengono affrontate insieme.

Tanto di cappello agli sviluppatori per essere stati capaci di affrontare un tema del genere in questo modo e per aver cercato di dare conforto a chi non se la sta passando bene. Il finale di INMOST è ciò che nessuno si sarebbe aspettato di vedere e di sentire, ma comunque rappresenta l’epilogo perfetto per un gioco che è stato in grado di coinvolgere ed emozionare.

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INMOST è uscito in early access su dispositivi iOS l’11 ottobre 2019, vincendo agli LT Game Awards i premi “Miglior Audio“, “Miglior direzione artistica” e “Gioco dell’anno“. Ieri 21 agosto, invece, è stato reso disponibile su Nintendo Switch e PC tramite Steam.


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