Ho voluto fare questo approfondimenti su 5 videogiochi validi scomparsi dai radar, perché da diversi anni lamento come certi videogiochi vengano trattati in eterno dandogli più importanza del dovuto, sia chiaro non sto qui a dire che i portali d’informazione non dovrebbero parlare di Elden Ring, The Last of Us Parte 2, Death Stranding, ma penso che fare informazione su prodotti validi che hanno già una buona infrastruttura sia inutile, soprattutto se, come spesso vediamo, vanno alla ricerca di rumor e notizie del cavolo giusto per parlarne senza che ci sia un’effettiva notizia. Portando ad uno scenario dove sembra che nel 2022 non escano videogiochi.
Quindi! Voglio provare a portarvi questa rubrica con cadenza mensile, dove vi faccio riscoprire perle del passato ormai dimenticate.
Ecco i 5 Videogiochi validi scomparsi dai Radar:
Rise and Shine
Prendete tutto quello ideato nel mondo dei TPS, tipo Gears of War o Uncharted (con coperture e sistema di ricarica della vita a tempo), e trasponetele in un sistema di Shooting 2D. Il tutto con un sistema di puzzle ambientali, mentre affronti i combattimenti, uniti alla sapiente difficolta delle diverse bocche da fuoco.
Si potranno bloccare i proiettili nemici, con i giusto tempismo, e molte altre meccaniche che si dipaneranno nel corso del gioco. Rise And Shine è un titolo approcciabile, ma nell’ultima ora diventa un inferno, con una difficoltà tale che Dark Souls è un gioco per infanti: aspettativi di morire molto spesso, ma non sarà frustrante, vi porterà in un circolo virtuoso di trial and error.
Dust: An Elysian Tail
Dust: An Elysian Tail è la prova vivente di quanto possa scaturire dalla fantasia e dalla volontà di una singola persona e l’emblema della sempre più maggiore validità del panorama indie.
I tanti elementi messi in scena sono stati orchestrati a dovere, creando un eccellente assortimento e un prodotto decisamente valido, unendo in un tutt’uno una storia fiabesca ricca di pathos e personalità, un’atmosfera ammaliante avviluppata dalla qualità e dalle tonalità di un design grafico per l’epoca Xbox 360 di altissimo livello, tutto interamente costruito a mano a partire dal motore di gioco basato su XNA e da un gameplay genuino, ma ricco di sfumature che lo rendono vario ed appagante, le meccaniche di gioco non si sono mai viste per il genere di appartenenza: Metrodivania. Tutto ciò è spalmato in una longevità di tutto rispetto, in un turbinio di almeno dieci ore di gioco prive di tempi morti.
Owlboy
Owlboy è uno schiaffo morale verso tutti quei i titoli ultrapompati graficamente ma poveri nella sostanza, nonché uno di quei giochi che dovrebbero entrare di diritto nella libreria di chiunque ami definirsi un videogiocatore e voglia affacciarsi sul lato “bello” della scena indipendente.
La prima cosa che si nota è che il titolo sfoggia una pixel art dalla cura maniacale per i dettagli, tanto che Owlboy sembra prendere ispirazione dall’opera di Hayao Miyazaki, Laputa – Il castello nel cielo, ed una colonna sonora a dir poco sublime. Nel gioco interpreteremo Otus, un ragazzo-gufo a cui manca il dono della parola e che viene presto introdotto al giocatore come un piccolo imbranato senza doti particolari.
Definirlo un Metroidvania sarebbe riduttivo per questo action adventure, che ha un anima tutta sua.
Come spiegarlo? Prendete livelli bidimensionali dalle generose dimensioni, rimpinzateli con segreti come nel miglior metroidvania e condite il tutto con enigmi che non sfigurerebbero in un episodio di The Legend of Zelda, eliminando un qualsiasi uso di mappe o possibilità di orientamento come in Dark Souls.
Avrete così un mondo vivo e vibrante che invoglia all’esplorazione e in cui Otus, grazie alla sua capacità di volare, potrà muoversi liberamente in tutta la schermata. Otus di base è debole e può solo schivare, l’unico attacco è una giravolta che servirà solo a stordire i nemici e nulla più, per diventare offensivo avrà bisogno di prendere gli oggetti presenti nel livello per scaraventarli contro i nemici oppure portarsi dietro di sé compagni di viaggio che gli permetteranno anche di contrattaccare con bocche da fuoco.
Non vi resta che dargli una chance.
Actual Sunlight
È un tipo di avventura unica nel suo genere che vi rimarrà per sempre impressa come una delle esperienze più difficili, ossessionanti e meravigliose che abbiate mai vissuto come videogiocatori.
Aspettatevi questo da Actual Sunlight: non è simile a nessun videogioco, perché non è un videogioco, è una storia raccontata attraverso parole scritte. Molto ben scritte, sia chiaro. La traduzione italiana è magistrale.
Il videogioco qui è solo un mezzo per raccontare una storia, essenzialmente è un’opera narrativa, narrata attraverso il medium videoludico. Actual Sunlight è un titolo del 2014 ed è stato uno dei primi titoli narrativi ad affacciarsi sul mercato, offuscato da Evanishing of Ethan Carter, Gone Home, Everybody Gone to the Rapture, To the Moon e Dear Esther, finendo ingiustamente dimenticato.
Andrebbe ricordato per il contenuto emotivo e del tema delicato che affronta. Devo necessariamente dire che non è per tutti, soprattutto per chi potrebbe rispecchiarsi nella storia narrata: per una certa fetta di videogiocatori, vedersi dall’esterno potrebbe essere abbastanza traumatico, ma al tempo stesso terapeutico.
Ci vuole una certa sensibilità e pazienza, ci vuole tempo per interpretare ogni frase profonda e intrisa di significato che leggiamo, ma è un gioco che va provato al costo di 5€ per 1 ora di esperienza.
Messiah
Il gioco è un classico TPS Old school, figlio dell’epoca in cui uscito, tranne per il fatto che sei un Angelo che può prendere possesso del corpo dei nemici.
Una volta impossessatosi di un corpo, dovrete anche sfruttare le caratteristiche, in maniera proficua per i vostri fini, dell’ammasso di poligoni: una porta che può aprire uno scienziato potrà essere aperta solo da lui o se siete sul punto di lasciare un corpo per uno più adatto alla situazione vi basterà, se siete proprio sadici, buttarvi da una altezza vertiginosa per spappolare la gambe al malcapitato di turno per far si che non vi possa inseguire, o se siete abbastanza abili, lasciare il corpo laddove sono presenti molti nemici e iniziare a impossessare e abbandonare più corpi nel minor tempo possibile per fare in modo che si uccidano l’un con l’altro!
Quando sarete un angelo privato di un “involucro” potreste morire con pochissimi colpi, difatti se con uno nemico alle calcagna è difficile sopravvivere con più di uno è morte certa.
Dark Souls fidatevi è molto più semplice.
Messiah unisce la tamarraggine istintiva dei TPS vecchia scuola con la pianificazione nella scelta del NPC giusto al momento giusto.
Se riuscite a sopportare la grafica old school che spreme solo 128MB di RAM e neanche 32mb di Scheda Video, dategli una chance.
Sogno il ritorno di una meccanica innovativa di questo tipo in un qualche FPS, Agony è il duale di questo titolo.
5 videogiochi che hai sicuramente dimenticato – Video
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