Twelve Minutes: il titolo non fa la longevità — Recensione dell’esclusiva Xbox

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Una storia che prevede loop temporali, un crimine efferato compiutosi 8 anni prima degli eventi attuali, un presente in balia del caos ed un futuro incerto. Twelve Minutes, nella sua atmosfera “limitante” ad uno spazio determinato da un minuscolo appartamento composto da tre stanze, va a mixare diversi generi letterari e cinematografici per portare un’esperienza, nel panorama Xbox e Windows 10, a tratti frustrante ma pronta a regalare grandi soddisfazioni, col progredire della narrazione.

Alla direzione di Twelve Minutes ritroviamo Luis Antonio, ex-dipendente di Rockstar Games, dove ha lavorato su Midnight Club: Los Angeles e Manhunt 2. Alla scrittura è stato affiancato da Steve Lerner, che potete ritrovare (sempre alla scrittura) in The Pathless.

La possibilità di un infinito loop temporale

Il concetto alla sua base è semplice, tra i più abusati all’interno della cinematografia delle serie tv: il protagonista si ritrova a vivere continuamente un particolare momento della sua vita, con un Poliziotto estremamente adirato che irrompe nel suo appartamento dove convive con la sua moglie, in cerca di vendetta e di un orologio di valore. Ovviamente la storia, così come i tre protagonisti, evolveranno man mano che si “assembleranno” i pezzi di questo particolare puzzle.

Durante le sessioni di gioco, come in molte avventure grafiche, si dovranno cercare degli indizi di varia natura, come una foto o un regalo, con lo scopo di combinarli tra loro oppure di utilizzarli direttamente per fare in modo che la narrazione possa proseguire. Ogni loop temporale, dalla durata di soli 10 minuti, può terminare in numerosi e differenti modi, ma sta al giocatore riuscire a mettere insieme ogni pezzo per giungere all’agognato epilogo.

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Twelve Minutes prevede delle sessioni estremamente brevi, che possono frustrare i videogiocatori meno pazienti e, soprattutto, i meno avvezzi al genere. Scoprire in uno spazio temporale di soli 10 minuti, cosa è andato storto o cosa non si è preso in considerazione, potrebbe non rivelarsi tanto semplice. Tanto da portarli ad un vero e proprio “loop temporale ed infinito” per tanto il mio consiglio è: frugate ovunque, sfruttate ogni dialogo con la Moglie e cercate di affrontare ogni tipo di discussione, studiate bene anche l’ambiente dal momento che potrete sfruttarlo a vostro favore e non date nulla per scontato, neanche oggetti come il regalo; in parole povere sperimentate con qualsiasi cosa a portata di mano.

Un’estetica ed una grafica minimalista, ma pregevole

Graficamente non si ha di fronte un videogioco che mette in ginocchio gli hardware datati ed attuali, per quanto comunque non sia assolutamente male. Il punto cardine è l’estetica minimalista ed estremamente curata, che la si può constatare attraverso l’appartamento e la finestra della cucina, fino ai dipinti — che consiglio di tener d’occhio!

Nonostante la visuale sia perennemente dall’alto, si può constatare anche una certa qualità nel comparto delle animazioni. Sì, all’effettivo non sono perfette e puoi capitare di vedere qualche scena bizzarra per via di uno script da seguire, ma nei momenti d’intimità tra la coppia e negli scontri col Poliziotto — come quando il protagonista punta la pistola al Poliziotto oppure punta un coltello contro se stesso —, traspaiono tutte l’emozioni del caso.

Attori e sound design

Dietro i tre protagonisti troviamo James McAvoy che dà voce al Marito (potreste averlo visto in Split e Glass), Daisy Ridley interpreta la Moglie (Rey nella nuova “trilogia sequel” di Star Wars) ed il leggendario William DeFoe è il Poliziotto.

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Nonostante la presenza di tre stelle del cinema, devo ammettere che il lavoro di Ridley non mi ha totalmente soddisfatto. In alcuni momenti si avverte che il suo recitato non combacia esattamente con quanto viene mostrato a schermo, è difficile affermare con assoluta certezza se la causa sia lei oppure le animazioni del suo personaggio. In ogni caso, bisogna ammettere che i cambi di tono, di umore, sono stati veramente egregi. Mentre per quanto concerne McAvoy e DeFoe, è impossibile non rimanere pienamente soddisfatti dalle loro prestazioni. Entrambi gli attori hanno saputo dare il massimo, soprattutto McAvoy all’inizio dei vari loop.

Un plauso va fatto anche alla squadra del sound design. La tempesta, i rumori di fondo e quelli ambientali sono realizzati in maniera eccelsa. Tanto che, alzando adeguatamente il volume, gli effetti sapranno regalare qualche (innocente) sobbalzo dalla propria sedia.

In breve Twelve Minutes è…

Un videogioco estremamente interessante, che sfrutta decisamente bene i loop temporali. All’interno del medium videoludico e nella cerchia dei videogiochi più in vista, per quanto mi riguarda, è quasi una ventata d’aria fresca. Sia per lo stile col quale il tutto viene messo in scena, sia per la profondità di gioco che alla fin fine non è affatto male.
Nonostante le sessioni siano circoscritte da loop temporali di 10 minuti, il gioco risulta essere sufficientemente longevo, ma tutto dipende unicamente da giocatore a giocatore, difatti può durare da 1 a 5 ore.
Ottime anche le rese grafiche e sonore, che riescono a creare un’atmosfera in grado di tenere incollati al monitor ed alle TV.

Quello che potrebbe essere considerato “problematico” è il gameplay, ma per lo più lo potrebbe essere per quella frangia di giocatori che andranno a scontrarsi contro alcune difficoltà, incappando di conseguenza nel già citato “loop infinito”, trovando tutto snervante e pesantemente ripetitivo. Mentre, per i “fanatici” dei loop o del genere in questione, Twelve Minutes può soddisfare diversi palati, risultando un’esperienza assai gradita.

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Con tutte le mie sessioni di gioco, ho da segnalare due problematiche con questa mia recensione:

  • la prima, che va ben oltre alle piccole storture nelle animazioni, riguarda la Moglie che in tutte le mie sessioni non si è mai ribellata e non ha mai agita al fianco del Marito nel fronteggiare il Poliziotto e, considerando la libertà d’azione concessa, fa veramente storcere il naso;
  • la seconda invece può compromettere la fruibilità del gioco, dato che ci si ritroverà a giocare più e più volte i vari loop, si comincerà a conoscere (quasi) a memoria i vari dialoghi e sfortunatamente, a parte una funzione di skip che permette di saltare le singole frasi, manca totalmente una funzione per saltare i discorsi per interi — vi faccio presente che, anche per la sola giocosità nel provare vari sbocchi narrativi, arrivati ad un certo punto, la funzione di skip risulta estremamente poco funzionale.

Twelve Minutes è dunque un videogioco particolare, in esclusiva Xbox e Windows 10 (Microsoft Store e Steam), per tanto mi trovo a Consigliarlo assolutamente agli abbonati del Xbox Game Pass — d’altronde, provare non costa nulla!
Mentre agli altri, lo Consiglio esclusivamente agli interessanti di avventure grafiche e loop temporali.

Pregi

  • Storia e Narrativa
  • Comparto grafico ed estetico
  • Sound design

Difetti

  • Alcune animazioni fanno storcere il naso
  • La Moglie non risulta sufficientemente partecipe durante alcuni scontri col Poliziotto
  • Impossibile saltare totalmente i dialoghi

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Luca Maiolini

Gli FPS a stampo militare erano il mio pane quotidiano e gli RTS facevano da contorno, Brothers in Arms ed Imperivm erano il mio chiodo fisso. Poi, venne il giorno in cui abbracciai PlayStation 3 e mi collegai alla rete, così una valanga di videogiochi mi piombarono addosso! Ad oggi mi ritrovo a giocare un po' di tutto, dai titoli Platinumgames fino ai JRPG di casa Square Enix.

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