Nongünz – La recensione

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Giochi criptici? Lore? Meccaniche totalmente da scoprire? Elevata difficoltà? Allora date il benvenuto a Nongünz, che non avrà alcuna pietà per voi.

Quando ero piccolo, mi arrabbiavo quando i videogiochi erano eccessivamente difficili da capire, magari per il banale fatto di essere in inglese o perché certe meccaniche erano troppo oscure o ben nascoste. Negli ultimi anni, prima del ritorno della moda del “gioco difficile”, mi sono trovato a pensare esattamente il contrario. Titoli che, fino all’ultimo minuto di gioco, ti indicano quale tasto premere. Dove andare. Cosa fare. Niente di strano che un gioco come Nongünz possa avere appeal, in questa situazione.

Nichilista. Questa è la parola che meglio descrive questo gioco. Essenziale. Muto, quasi. Un personaggio completamente impersonale – ma originale, uno scheletro senza testa -, una grafica quasi totalmente in bianco e nero, con una pixel art a volte davvero basilare, una difficoltà elevata e oggetti dalla funzione incomprensibile. Un numero che non appena entrati in gioco comincia inspiegabilmente a crescere, dei nemici partoriti da un incubo, boss che inizialmente saranno una vera spina nel fianco.

Proprio il tipo di gioco che piace a me!

Nongünz

Dato che l’unico concreto accenno a una storia con un senso appare nel finale del gioco, non starò qua a dire cose che possano rovinarvi l’esistenza. Procediamo quindi con gli aspetti più tecnici di Nongünz.

Difficile? Ma solo inizialmente

Inizialmente il gameplay risulta piuttosto ostico, non tanto perché il gioco si discosti dai più classici platform, ma perché non sarà subito chiaro lo scopo di certe azioni. Oltre a saltare e sparare, il nostro personaggio potrà eseguire delle scivolate sulla schiena, utili a sparare verso l’alto a nemici volanti, e delle piroette equivalenti al roll con frame di invincibilità. Una volta comprese queste meccaniche di base, saranno molte ancora le cose da capire.

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I nemici sono talvolta davvero fastidiosi, ma dall’intelligenza estremamente basilare, quindi dovremo banalmente imparare il loro modo di muoversi e attaccare così facendo avremo gioco facile. Come spesso accade in questo genere, la fretta sarà la nostra principale causa di morte. I boss sono tutto un altro discorso: il problema non sarà tanto ucciderli, quanto capire come ucciderli. Questo significa che le nostre prime partite finiranno in maniera alquanto frustrante.

Ci sono poi NPC da sbloccare, livelli bonus, il muro delle armi, le bare, il sistema di cambio dei teschi – ognuno dei quali ci darà un potere particolare – ma, bisogna dirlo, la cosa più complessa da capire in Nongünz sono le carte. Tutti i collezionabili del gioco sono rappresentati da carte con figure, numeri e barre e, bisogna dirlo, all’inizio non sarà affatto semplice capire cosa rappresentino. E non ve lo dirò certo io qua!

Nongünz

Fondamentalmente, a ogni modo, il gioco procede in maniera piuttosto classica: si entra nel dungeon, si superano i livelli, si uccidono i boss, si finisce il dungeon. Il problema è tutto quel che succede nel mezzo. E finirlo non è affatto lineare e immediato come per altri titoli.

Comparto tecnico

Anche se a vederlo non si direbbe, Nongünz ha mille meccaniche nascoste, il che lo rende certamente più soggetto a problematiche rispetto a un gioco più semplice e lineare. Nonostante le oltre trenta ore che ci ho passato sopra, non posso dire di aver riscontrato gravi problemi e mai mi è capitato di dover chiudere una partita perché un qualche malfunzionamento mi avesse bloccato. Però di problemi ce ne sono.

Una delle prime cose che salta all’occhio – anzi, all’orecchio – è che all’ingresso nel dungeon o all’inizio di una bossfight capita la musica si interrompa di colpo, lasciandoci nel silenzio intervallato dai suoni viscidi del gioco.

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È possibile creare dei minion, che andranno in giro per il dungeon a cercare oggetti per noi. Questi mucchi d’ossa privi di volontà hanno la tendenza a sobbalzare tutti insieme quando si dà il comando a uno solo e a piazzarsi in punti scomodi in cui l’input che dovremmo dare loro finisce per attivare altre cose. Soprattutto, per qualche ragione i minion sono su un layer di profondità superiore rispetto ad altri oggetti in scena, il che significa che rimangono nascosti da alberi, NPC e altro. Per finire, rispetto al nostro personaggio i minion non sono contornati di bianco, il che li porta – essendo essi bianchi e neri – a confondersi con lo sfondo.

Nongünz

Un altro problema, per finire, sono le texture ballerine. Gli elementi non fissi della scena, che appaiono in maniera randomica, come i forzieri, traballano. Mentre l’inquadratura del gioco scorre lateralmente con noi, infatti, sarà possibile vedere il loro sprite tremare in maniera più che visibile.


Insomma, un gioco dalla grande potenzialità, che offre sfida e originalità al giocatore, oltre a un’abbondante dose di frustrazione mica male.

Nongünz è un indie interessante, accattivante, una vera sfida. Ancora poco conosciuto, la sua piccola community di appassionati si è però prodigata a compilarne guide il più complete possibile, per coloro che proprio non riescono a coglierne i meccanismi.

Consigliato solo se amate le vere sfide!


Pregi

  • Sfida elevata
  • Comparto grafico accattivante
  • Sviluppo imprevisto e ricco di sorprese

Difetti

  • Eccessivamente criptico
  • Meccaniche ripetitive
  • Troppo punitivo


Nongünz è disponibile esclusivamente su Steam.


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GIuseppe Zetta

Il mio pseudonimo è Giuseppe Zetta aka Zell Ho la passione per l’informatica, nata all’età di 6 anni, quando ho avuto a che fare per la prima volta con un Commodore64, appassionato di Intelligenza Artificiale, Sviluppo di Videogiochi e Tecnologie OpenSource. Porto avanti progetti informatici personali con i miei amici di vecchia data, ed ho svariate passioni che variano dall’arte del DJ al video editing passando fino alla produzione musicale.

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