Storia di un ex fuggitivo e della sua passione per i videogiochi

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Un fuggitivo e la sua passione per i videogiochi

Molte persone possono pensare che dietro un videogioco minimale o la passione per i videogiochi ci possa essere nulla di interessante, ma anzi, figure piuttosto banali di smanettoni che lavorano con un codice per creare un semplice prodotto di intrattenimento e per farsi un nome nell’industria .
Eppure capitano storie di persone, come quella di oggi, che fanno ben capire come un semplice giochino sviluppato da una persona sola, possa dire molto di come un mezzo considerato semplice essere anche complesso il titolo di cui voglio parlarvi oggi si chiama Salaam.

So che qualcuno di voi che sta leggendo gli verrà da ridere pensando alla similitudine che la frase ha con il nostro amato companatico, ma devo deludervi spezzando la magia dicendovi che il termine non ha nulla a che fare con il cibo (anche se il gioco e correlato ad esso ma ci arriveremo più avanti).

La parola significa “Pace “ nella lingua araba ed è proprio su questa frase, e sulla sua storia personale , che il giovane sviluppatore Lual Mayen, di 25 anni, ha deciso di creare il gioco.

Vi starete domando il perché ho deciso di intitolare questo pezzo “Storia di un ex fuggitivo e della sua passione “, ebbene questo titolo mi è venuto in mente visionando il video che parla della sua storia su Repubblica.it

Storia

Lual è figlio di una famiglia del Sud Sudan ed insieme ad essa è scappato dal suo paese, a causa dei sanguinosi conflitti interni, per finire in un campo profughi in Uganda dove hanno vissuto per ben vent’anni.

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Li la madre, risparmiando i soldi con il suo lavoro di rammendare vestiti e coperte, è riuscita a comprare al figlio un computer da 300 dollari con cui ha imparato a programmare grazie a dei video tutorial su Youtube.

Con le conoscenze apprese, nel 2017, ha sviluppato il suo primo videogioco, e questo videogioco e proprio “ Saalam “ .

Ora Lual vive a Washington DC dove si è trasferito il 17 dello stesso anno per seguire in corso di accelerazione per star up e li ha fondato la sua compagnia la Junub Games.
In questo momento la sua azienda si sta occupando di rifinire il gioco, e la sua uscita è prevista per l’estate 2020. In cosa consiste il gioco mi chiederete voi?

Ebbene si potrebbe dire che è simile al vecchio Temple Run, solo che ad inseguirvi non vi sono dei mostri simili a gorilla ma i proiettili dei soldati, lungo il percorso dovrete raccogliere il cibo e l’acqua per sopravvivere.

Passione per i videogiochi

Lo scopo del gioco, non è solo cercare di far comprendere il rischioso, e mortale, viaggio che i profughi sono costretti a percorre per fuggire dalle zone di guerra, ma cerca anche di dare un aiuto concreto ai rifugiati che sono rimasti nel campo in cui Lual ha vissuto.

Acquistando il cibo in game i giocatori acquistano cibo reale da spedire al campo profughi in Uganda.
Questa storia meravigliosa fa capire molte cose, ma la più importante e che attraverso questo media le persone possono cercare di rendere il nostro mondo un posto meno difficile da vivere per chi ne ha bisogno e di trasformarlo in un posto migliore.

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Di seguito il video per approfondire le sue parole e anche il link ad un altro articolo che approfondisce ancora di più la sua storia e pure quella del Sud Sudan.

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