Donut County nasce come una provocazione – La Recensione

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La premessa

Donut County si presenta al giocatore come un comune videogioco, dalla meccanica divertente, ma banale.
Una volta posizionata la voragine (o risucchio gravitazionale), questa crescerà di dimensioni all’aumentare degli oggetti assorbiti, che compongo il livello. All’inizio bisognerà cercare oggetti di piccole dimensioni, dato il contenuto diametro iniziale.

La maggior parte di ciò che costituisce la scena di gioco, sarà molto più grande del buco nero, dunque bisognerà seguire un preciso ordine.

Queste sono le premesse, ma appena si avvia il titolo, colpo di scena, parte una storia dal taglio netflixiano. I protagonisti sono animali dalle forme antropomorfe assieme ad una ragazza, che lavora per un procione in un negozio di ciambelle.

Lo scopo del gioco è quello di consegnare alla cittadina, le succose ciambelle del Donut County, così si chiama il franchising ed è a questo punto che il videogioco torna sui binari descritti sopra. Si posiziona la voragine e si comincia a inghiottire tutto ciò che compone il livello. La sessione termina con un voto dell’operato e con un’esperienza che va ad incrementare il livello del giocatore, che parte dal nono, non dal primo.

La svolta

Tutto molto semplice e ripetitivo, fin quando il gioco evolve e viene aggiunta una catapulta, da posizionare nella fossa per poter lanciare animali o oggetti. Si inizia ad introdurre, in maniera improvvisa, anche degli enigmi ambientali (una continua svolta e sorpresa – n.d.r.).


Lo stupore è il filo di tutta l’opera


Anche la stessa storia parte in nonchalance diventando man mano più seria, pur restando sempre una parodia della parodia del medium, non per forza legato o interconnesso al mondo dei videogiochi.

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La possibilità, in alcuni passaggi, di potersi scambiare dei messaggi con altri personaggi, simula una finta libertà decisionale, ma al giocatore viene data solo una scelta, ovvero premere il tasto destro o sinistro.
Qualsiasi sia l’ordine e il numero di volte che si premerà un tasto piuttosto che l’altro, non cambierà l’esito.

La trama è anch’essa banale per poi trasformarsi in altro, senza addentrarsi nei dettagli, si può tranquillamente affermare che la premessa sia forviante.

B.K. è un piccolo procione trasferitosi da poco nella cittadina, ha acquisito il franchisee di ciambelle ed è entrato nel business, ad aiutarlo c’è la giovane Mira, unica umana del gioco. Ci si potrebbe domandare cosa c’entri la consegna di ciambelle con tutto quello che è stato detto in precedenza, ma la risposta è… nulla.

Andando avanti, si conosceranno nuovi personaggi antropomorfi, ben caratterizzati e unici nel loro genere. Addirittura, si scoprirà anche la presenza di un cattivone, il procione King Trash, che non a caso vive in un complesso edificio a forma di cestino dell’immondizia.

Il ritmo narrativo è perfetto, l’evoluzione è ben realizzata e il finale è davvero ben scritto. Si segnalano anche dei bellissimi titoli di coda, chi lo proverà scoprirà a cosa si allude.

2 tasti bastano 

In questo periodo videoludico, siamo ormai abituati a complesse sequenze di comandi per potersi muovere nei menù oppure eseguire delle particolari mosse, non solo più nei picchiaduro, ma in tutte le produzioni più grandi (i cosiddetti tripla A o quadrupla A). Comandi complessi per gameplay banali, in questo caso abbiamo l’opposto, gioco complesso e comandi banali, seppur non si è davanti ad una complessità estrema. Bastano appena due tasti per permettere al videogiocatore di rispondere ai messaggi, risolvere puzzle ambientali e addirittura affrontare anche boss fight.

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I livelli che compongo l’intero videogame sono 24, un numero troppo risicato per le potenzialità della formula. I primi sono molto basilari, per poi ingranare nel prosieguo dell’avventura. C’è sempre un nuovo enigma o una piccola variazione o nuova meccanica, il tutto esplode dal 18 esimo in poi.

Gli unici problemi, che si sono riscontrati in sede di recensione, sono una longevità risicata per quello che si offre e una lentezza iniziale forse eccessiva, si consiglia dunque di pazientare e andari avanti ne varrà la pena.

Conclusione

L‘acquisto è vivamente consigliato, in quanto è un titolo divertente, che sa osare e sa catturare il giocatore in un mondo fuori di testa, ricco di sfottò al mondo videoludico e non solo.
Servirebbero più videogiochi di questo genere, o meglio, si dovrebbe dedicare più spazio alla miriade di perle nascoste tra i vari store digitali.

Consigliato

Pregi

  • Resta un prodotto molto godibile e che strappa più di un sorriso.
  • Impeccabile la veste grafica e il sonoro
  • Il game play evolve in maniera perfetta
  • Il ritmo di gioco resta incalzante
  • La storia è più di un contorno alle vicende
  • Disponibile all’interno del game pass
  • Titoli di coda geniali

Difetti

  • Troppo breve
  • Rigiocabilità praticamente nulla
  • Partenza troppo lenta, non tutti avranno la pazienza di aspettare

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Staff

Sono il tutto e niente, riporto comunicati stampa deliziandovi di videogiochi che potrebbero interessarvi, forse.

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